Il Suo Sguardo...
“Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano” (Sal. 139, v.5). Così come in questo “tempo forte” del “deserto” che sperimento oggi con i “Laboratori di Preghiera e Vita” di padre Ignacio Larrañaga (www.tovitalia.it).
"Sto" e "mi sento" in Lui e con Lui, come quando talora, in rari momenti di totaleconsapevolezza, riesco ad “ascoltarmi” mentre parlo o mi muovo. Il contemplare me stessoè “traccia” della Sua Presenza che nell’intimo mi scruta e mi circonda.
Recita il versetto 7: “…dove fuggire dalla tua presenza?”. Accade (purtroppo) quando mifaccio “pesante” a me stesso, come chiuso nel circuito delle mie occupazioni che spesso(gonfiandosi a dismisura…) diventano “preoccupazioni” quotidiane.
Così, io stesso trasformo ciò che comunque “passa”, in eterno e “fondante” per me, mi ci immedesimo, mi chiudo in una prigione senza sbarre apparenti, fondando consistenza di cogente realtà in ciò che è solo frutto di agitazione mentale e, oppresso da me stesso, mi lamento per una infelicità che è solo frutto della mia debolezza spirituale.
Ma quando ci penso, questo “fuggire dalla Sua Presenza”, mi appare grottesco.
La vera domanda sarebbe: “PERCHE’ fuggire dalla tua presenza?”. Quando “so”, e lo so“nel profondo”, che non ne vale affatto la pena?…
Salvo poi a lamentarmi con me stesso e talora, come un Giobbe fuori di sè, perfino con Te, sforzandomi, in un paradosso ulteriore, di cercarTi di qua e di là come se anche Tu fossi una delle tante variabili impazzite del sistema…
E invece… da un “oltre” ove io stesso “sono” (senza riuscire a vedermi per ottusa miopia), TU SEI e… “mi scruti, e mi conosci”. Forse perfino deliberatamente sorridi ai miei sforzi e accenni benevolo un saluto, ove io, goffo e scialbo, inciampo nei rimorsi.
Pure anche io scorgo, in certi momenti di Grazia, come questo (e ne ringrazio Te e il Padre Ignacio) un riflesso consolatore e benigno della VERITA’, quando, libero da me stesso (ego) riesco a guardarmi accorgendomi dunque all’istante che mai Tu hai cessato di rivolgere a meil Tuo Sguardo.
Accade di solito, quando, stanco di inutili conflitti con mulini a vento, mi lascio soltanto andare e contemplo, in quei momenti, come in coma, ciò che accade dall’alto, e vedo le cose come Tu le contempli e mi faccio leggero, come ritornando all’essenza di quella materia sottile che anche la nuova fisica comincia a intuire all’origine di ogni cosmo creato. Mi lascio così “intessere di nuovo, nel ventre di mia madre, tra le Tue dita” e mi sembra di vibrare come le foglie dell’albero che si trova a me dinanzi ad ogni soffio d’aria lasciandosi amare, lasciandosi soltanto amare dal vento…
durante il Deserto delle Guide TOV
Monastero Benedettino Dusmet di Nicolosi - Ct - 21 Giugno 2015

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