Buoni o "buonisti"?...
Imitare il Maestro non è mai stato semplice. Talora infatti ci chiediamo: “Che farebbe al mio posto?". La risposta è però spesso vaga ed imprecisa. Basta l'intenzione... Ma nel pregevole tentativo di fare “come” Lui rischiamo spesso di cadere nella tentazione opposta che poi è sempre la peggiore: voler fare "meglio" di Lui. Proprio come Satana, leggiamo il Suo Vangelo "a pezzettoni", per come conviene alla nostra personale filosofia del vivere, dimenticando per esempio che Egli fu sì "perdono" ma anche "ardente Amore" che, come in ogni sana famiglia, si fa ammonimento (talora fino all’insulto come avviene per i farisei o i venditori nel Tempio o lo stesso Pietro) proprio… per salvare! Da buoni diventiamo "buonisti" e così indulgenti da "lasciar fare": abbiamo già smarrito la Via. Se intendiamo quell' “amarsi gli uni gli altri” senza che emerga anche giudizio e fraterna correzione per i nostri come per gli altrui errori (pur non trascurando di togliere anzitempo la trave che ci appanna…), il nostro "non essere del mondo" non servirà mai alla sua redenzione. Sarà piuttosto come vagare in un Paradiso personale e quasi del tutto presunto, lasciandosi perfino crocifiggere anche quando non ve ne sarebbero né condizioni, né necessità alcuna (se non quella di rassicurare artificiosamente noi stessi) senza aver prima lottato e sopratutto senza un progetto (Lui aveva al contrario il Disegno più grande…), senza uno scopo, con l'impressione di affidarci a Lui mentre è più spesso al Caos e al disimpegno che amiamo abbandonarci...
21 Settembre 2015
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