mercoledì 16 aprile 2025



















UN FRUTTO AVVELENATO SULL'ALBERO DI VITO

Dove si annida la serpe del modernismo

Vero o falso?... “Che cosa è la Verità?” lo chiedeva Pilato a Dio in persona. Per quale motivo chi dice oggi di essere di Cristo dovrebbe porsi ancora un tale dubbio che, per la natura stessa della parola, scaturisce dal “dia-volo”? Diabolico oggi è confondere o peggio fingere di fare confusione tra “dialogo” e… “diavolo”. Esattamente come Mancuso e La Stampa. Il politichese e i compromessi appartengono al mondo e alla paura della Croce oggi resa concreta dalle invadenze massoniche e musulmane soprattutto all’Interno della Chiesa. La Croce è invece di Cristo e di chi la sceglie per risorgere con Lui. Semplicemente… Mancuso (e chiunque con lui) ha scelto “la parte peggiore”, “quella che gli sarà tolta”. Il resto è “fuffa”. Non c’è dunque alcun motivo perché un cristiano debba sentirsi “contento” nell’ascoltare tali sciocchezze. Soprattutto in ambito ecclesiale. Cambiare canale è piuttosto d’obbligo non essendo oggi neppure minimamente attraente per noi questo frutto già marcio dell’albero di Vito così come invece apparve ai nostri progenitori quello altrettanto ingannevole dell’Albero della Vita. Non fosse altro per il semplice fatto che pur essendo umano sbagliare, perseverare resta tuttavia, a tutti gli effetti “diabolico”. E non fosse altro che per avere ancora oggi la convinzione (taluno la chiama giustamente “Fede”) e, finché dura, anche il diritto politico di augurare a tutti Buona Pasqua, senza riserve teologiche, con assoluta e non contrattabile pienezza di significato. Piaccia o dispiaccia. 

Renato Pernice - 16 aprile 2025

 

mercoledì 22 gennaio 2025

 









Sean Penn: Via da questo pazzo mondo...

INTO THE WILD (Sean Penn - USA - 2007)

Via da questo pazzo mondo... Narrazione cinematografica straordinaria ad opera di attori e di una regìa sempre di assoluto prim'ordine, tratta da una storia veramente accaduta e che ci scuote con straordinaria intensità, ridestando in ognuno di noi quella profonda e mai sopita aspirazione ad una fuga definitiva dalle presunte e labili sicurezze di un civiltà profondamente corrotta, che spesso ci incatena con vincoli di ipocrisia. Il protagonista ripercorre l'itinerario spirituale di uno dei più grandi capolavori della letteratura americana e universale: "Walden - La disobbedienza civile", di Henry David Thoreau. Emozionante avventura solitaria, tra le desertiche lande gelate dell'Alaska, alla ricerca del senso della vita e di una purezza interiore introvabili nella vita sociale del nostro tempo, ancor più se scossa dai terribili conflitti che vediamo emergere ogni giorno intorno a noi. Evocazione immaginifica di una Natura incorrotta come immagine di quel Dio che eternamente cerchiamo in noi stessi e che solo raramente riusciamo a percepire tra le persone e gli ambienti tra i quali vaghiamo quotidianamente alla ricerca della Verità.

“Il film è tratto dalla storia vera di Christopher McCandless, che decise di abbandonare la sua vita privilegiata per imbarcarsi in un viaggio nella landa più desolata dell’Alaska. La serie di personaggi esuberanti che incontra ai margini della società influenzeranno la sua visione della vita. Sean Penn è meglio conosciuto come uno dei migliori interpreti della sua generazione, ma la sua svolta alla regia è spesso sottovalutata. La sua ispirata trasposizione del romanzo di Jon Krakauer ricevette il plauso entusiasta della critica, incoraggiando tanti a esplorare la strada meno battuta”.

(- info tratta dalla scheda del film su MUBI)

Che dire di più?… Anche stavolta incontro su MUBI il Cinema migliore, quello con la "C" maiuscola. Davvero l’unico abbonamento che vale davvero la pena in TV. Buona visione!...

Link su MUBI: QUI

Renato Pernice - 9 marzo 2022


 









George & Tammy 

Una trascinante, impetuosa e drammatica storia d'amore

Articolo di: Lorenza Negri

Fonte Articolo: WIRED  

27.04.2023

George & TammyParamount+

La serie con Jessica Chastain e Michael Shannon su Paramount+ è il biopic di una coppia di leggende musicali del country che suona le corde delle emozioni

Link. Trailer

Stand By Your Man è la canzone più famosa della stella della musica country Tammy Wynette; il testo è stato creato in pochi minuti, mentre la cantautrice attingeva alle sensazioni esperite di fresco della sua tumultuosa relazione con il partner professionale e sentimentale George Jones. La genesi di questo intramontabile classico in grado di commuovere anche chi a Nashville, culla del country, non ha mai neanche messo piede, è riportata in George & Tammy, biopic musicale dal 27 aprile su Paramount+. Da Elvis a Rocket Man passando per tante altre e appassionanti ricostruzioni delle vite movimentate e disordinate di cantanti e musicisti, forse le più accattivanti e coinvolgenti sono quelle che riportano le tumultuose relazioni di coppie musicali come Quando l'amore brucia l'anima - Walk the Line (la cronaca della love story tra Johnny Cash e June Carter). Affascinano anche quando non sono vere, come in Daisy and The Six (la serie mockumentary sulla band degli anni '70 fortemente ispirata ai Fleetwood Mac).



George & Tammy si concentra su un lustro della carriera di questi due mostri sacri della musica Made in Usa, interpretati da Jessica Chastain e Michael Shannon: quello che ha visto i loro percorsi incrociarsi. Creata da Abe Sylvia (suo anche Gli occhi di Tammy Faye, sempre con la Chastain) la miniserie non si discosta molto dagli eventi reali del burrascoso periodo insieme, attingendo alle memorie della figlia della coppia composta da due delle leggende del country con le voci più riconoscibili e uniche del settore. Tammy, cresciuta in una fattoria di cotone nel Mississippi, ha sempre sognato la fama; è fuggita da un matrimonio sbagliato contratto a diciassette anni, portando con sé le figlie a Nashville ,aggiudicandosi in fretta un contratto musicale e instaurando in seguito una relazione con un’altra star. George e Tammy si sono sposati nel 1969 e da quel momento in poi i due hanno vissuto una relazione agitata, passionale e dolorosa oscurata dagli eccessi, proprio quando entrambi erano all’apice della carriera.



La serie diretta da John Hillcoat racconta la loro storia d'amore da un punto di vista diretto e personale, scandendola con le note dei brani intramontabili della musica country. Al netto di svariate scene che confermano i cliché sulle coppie dello spettacolo eccessive e riottose, la miniserie è una montagna russa emotiva irresistibile con un Shannon e una Chastain in grado di esprimere la specificità emotività dei rispettivi personaggi. Forse il contesto musical del caso può risultare meno accattivante per lo spettatore europeo, tuttavia, è solo il tipo di rapporto a cambiare: il genere che per gli americani è rurale e familiare, mentre è esotico e misconosciuto per tutti gli altri. Alla maggior parte del pubblico italiano sfuggono i riferimenti al passato, ma dove latita la nostalgia e manca la conoscenza delle hit si manifesta inalterata l’attrazione della storia d’amore tormentata, sofferta e ardente di questi due artisti.



I magnetici Shannon e Chastain (che, non sembra, ma hanno solo tre anni di differenza) tengono incollati allo schermo grazie all'autenticità delle loro esibizioni musicali, alla riverenza nei confronti dei due miti che incarnano e alla loro pazzesca alchimia. La Chastain in particolare, graziata da una sceneggiatura che adotta il punto di vista di Tammy e le permette di avventurarsi profondamente nel suo animo, ne sviscera la personalità trovando il tempo di riflettere anche sulle ragioni del cuore di tante altre donne innamorate. George & Tammy è la parabola attenta ai dettagli intimi dell'amore e della disperazione, della passione e del rimpianto di una coppia, che in questo biopic sceglie di privilegiare l’essere umano a discapito del personaggio pubblico, facendo rivivere i suoi protagonisti non come leggende, ma come una coppia di fallibilissimi innamorati. Non è una serie da bingewatch - l’impetuosità e la drammaticità dei loro momenti più bui prosciuga emotivamente anche lo spettatore – ma è una delle migliori biografie musicali del panorama recente.

Fonte Articolo: WIRED  

Trailer su YouTube

11 MAG 2023


 









VERO O FALSO?

Riflessioni in fuga dal bi-pensiero

Vero o falso?... Secondo il relativismo ciò dipende dal punto di vista dell’osservatore non esistendo nessun altro principio di verità.

Questo significa che ciò che è osservato è contemporaneamente vero e falso. E questa è la sua vera realtà.

Ma l’osservatore? Lui è vero o falso?

Se l’osservatore dice che una cosa osservata è contemporaneamente vera e falsa esprime sostanzialmente un bipensiero che afferma la verità di una “sua” verità.

Se ci osserviamo gli uni gli altri, tutto è vero e falso contemporaneamente, inclusi gli osservatori.

Solo la FEDE ci libera da questo “loop”: “CREDI TU?”

La FEDE dunque è ciò che divide per ordinare, ristabilendo l’unico criterio di certezza che sostiene l’intera creazione e con ciò la logica binaria: 1=vero ; 0=falso.

Con ciò risponde alla domanda di Pilato: “Che cosa è la Verità?”.

Non ci si arrampica né ci si contorce sui sentieri della salvezza e neppure la pedagogia salvifica può confondere il suo metodo “comprensivo” con il suo contenuto “esclusivo” da comunicare a tutti e per tutti.

Tra noi e loro è infatti stabilito un abisso niente affatto inclusivo.

Una la FEDE e una la SPERANZA. Non di interpretazione è lecito dissertare, né la FEDE può identificarsi con una delle sue interpretazioni che tendano a sdoppiarsi all’infinito.

Renato Pernice - 30 maggio 2023


 









Silenzio: l'unica via maestra per incontrare Dio

Perché mi ha affascinato la “Forza del silenzio” del cardinale Sarah

“È necessario per tutti  noi coltivare il silenzio e circondarlo di una diga interiore. Nella mia preghiera e nella mia vita interiore, ho sempre sperimentato il bisogno di un silenzio più profondo, più completo. Si tratta di quella sobrietà che conduce a non pensare neppure a me stesso, ma a volgere il mio sguardo, il mio essere e la mia anima verso Dio”. Queste parole non sono state pronunciate da uno dei mistici padri del deserto, ma sono il cuore della riflessione del cardinale Robert Sarah contenute nel suo ultimo libro, La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore (Cantagalli, pp.287, €20,00), scritto, come il precedente (Dio o niente), con la stimolante collaborazione di Nicolas Diat e prefato da Benedetto XVI, “maestro dello spirito”, “maestro del silenzio e della preghiera”. Il porporato guineano si conferma come uno dei più alti spiriti della cristianità contemporanea ed un autentico riferimento nella Chiesa cattolica per coloro che non intendono sottomettersi allo “spirito del tempo” immergendosi, appunto, nel rumore che soffoca l’anima.Non è una semplice accusa quella che il cardinale Sarah muove alla modernità, ma una circostanziata disamina della perdita del senso profondo della religiosità da parte dei fedeli che, forse incolpevolmente, sono incappati nelle mode più avvilenti che connotano la nostra epoca ed hanno finito per contaminare anche la Chiesa. Nella sua profonda e dettagliata analisi (ogni frase necessiterebbe di una sottolineature e di una adeguata esegesi), l’abbandono del silenzio è rappresentato come un ostacolo all’accoglimento di Dio attraverso la preghiera e l’origine dello smarrimento della sacralità perfino tra coloro che dovrebbero condurre i cristiani verso una più alta considerazione della pratica religiosa finalizzata al ritrovamento di se stessi e, naturalmente, dell’Eternità. La tecnica, il consumismo, l’eudemonismo, l’ossessione dell’esteriorità, l’invadenza del dubbio, lo scetticismo e l’indifferentismo hanno minato gli spazi del silenzio. La follia del rumore, perfino nei templi dove lo spirito dovrebbe trovare ristoro, ha annullato quasi del tutto la possibilità dell’uomo di connettersi con il divino. Da qui la dimensione angosciante che l’umanità vive insidiata da innumerevoli incertezze che neppure nella Chiesa trovano risposte adeguate. L’abbandono del silenzio ha respinto la preghiera e dunque la conoscenza della verità, della bellezza e dell’amore.“Possiamo cercare Dio solo nei chiostri”, sostiene il cardinale Sarah. O, ci permettiamo di aggiungere, nelle nostre anime se siamo capaci di sottrarle ai condizionamenti che gli assordanti rumori provocano impedendo la possibilità di elevarci oltre le umane miserie, i desideri impossibili da soddisfare, le lusinghe del materialismo pratico, le giustificazioni del relativismo morale. “La vita monastica, la vita degli uomini di solitudine e di silenzio è un’ascensione verso le altezze e non un riposo sulle altezze. I monaci salgono ogni giorno più in alto perché Dio è sempre più grande. Su questa terra non potremo mai raggiungere Dio. Ma niente potrà accompagnare meglio il nostro viaggio terreno verso Dio della solitudine e del silenzio”, osserva il porporato che della vita monastica ha fatto il riferimento costante della sua esistenza ed in particolare dell’insegnamento benedettino filtrato dalla pratica cenobitica dei certosini la cui spiritualità, come scriveva Nathalie Nabert ne La Grande Chartreuse, au-delá du silence, “nasce dall’incontro di un’anima e di un luogo, dalla coincidenza tra un desiderio di vita ritirata in Dio e un paesaggio”. La “Cartusie solitudine”, insomma, come i testi antichi descrivevano la bellezza “naturale” dell’isolamento e che convinse, alla fine della sua carriera di letterato decadente, Joris-Karl Huysmans, a farsi oblato, raccontando la sua esperienza di silenzioso frequentatore di monasteri nell’omonimo romanzo ora edito in Italia da D’Ettoris.Il cardinale, affascinato dal mondo dei solitari di Dio, non manca di scorgere nel canto gregoriano una profondità ed una pietà dolce che esalta appunto il silenzio, quel canto che oggi manca nelle chiese disadorne simili a supermercati o a stazioni ferroviarie in omaggio ad una sorta di agorà nella quale tutto è permesso tranne il raccoglimento. “Le potenze mondane che cercano di plasmare l’uomo moderno rifuggono sistematicamente il silenzio. Non ho timore di affermare che i falsi sacerdoti della modernità, che dichiarano una specie di guerra al silenzio, hanno perduto la battaglia. Poiché possiamo retare silenziosi in mezzo alla più grande confusione, all’agitazione più abietta, in mezzo al chiasso e allo stridore di queste macchine infernali che spingono al funzionalismo, all’attivismo e che ci allontanano da ogni dimensione trascendente e da ogni forma di vita interiore”.Ma come? Soltanto convincendoci che “il silenzio non è un’assenza”, ma piuttosto “la manifestazione di una presenza, più intensa si qualsiasi altra presenza”. E che soltanto nel silenzio si possono porre, con la speranza di riuscire ad ottenere soddisfacenti risposte, le vere domande della vita. Scriveva Thomas Merton che il silenzio “è necessario per denunciare e riparare la distruzione e i danni provocati dal ‘peccato’ del rumore”. E tanto più nella Chiesa stessa, tra i cattolici che recitano l’ufficio divino “senza raccoglimento, senza entusiasmo né fervore, oppure in maniera irregolare e sporadica”, scrive il cardinale Sarah, con il tragico risultato di rendere tiepido il cuore e banale il rapporto con Dio.Soltanto quando avremo acquisito il silenzio interiore, ammonisce il porporato, “potremo portarlo con noi nel mondo e pregare dovunque”. Insomma, “la vita del silenzio deve saper precedere la vita attiva”. Oltretutto “il rumore non è mai sereno e non conduce mai alla comprensione dell’altro”. Ma i questo mondo, permeato di tecnologia, rumoroso per definizione, distratto e caotico al di là della nostra stessa consapevolezza, come si fa a trovare il silenzio? “L’umanità – spiega il cardinale Sarah – deve entrare in una forma di resistenza”. E la Chiesa deve condurre questo processo di razione alla modernità se vuole che che l’umanità di riappropri di Dio e lo riconosca. Duramente poi ammette: “Non mi stancherò mai di denunciare coloro che sono infedeli alle promesse della loro ordinazione. Non smettono mai di parlare poter far conoscere o per imporre la loro visione personale, tanto sul piano teologico che su quello personale… Non credo di poter affermare che siano abitati da Dio… continuano a parlare e ai media piace ascoltarli per diffondere le loro stupidaggini se si dichiarano a favore delle nuove ideologie post-umane, nel campo della sessualità, della famiglia, del matrimonio”.Parole forti, parole che non ammettono vane discussioni. Il cardinale Sarah, arrivato al centro della Cristianità dal cuore dell’Africa, vescovo più giovane del mondo consacrato nel 1979, presidente del dicastero Vaticano che si occupa della liturgia, ha fatto del silenzio e della preghiera il suo costume di vita secondo l’insegnamento di San Giovanni Paolo II per il quale il missionario è il contemplativo in azione, non diversamente da Benedetto XVI, la cui vita monastica, dopo la grande rinuncia, è scandita dalla contemplazione e dall’adorazione di Dio, come rivela il cardinale Sarah a lui vicino.La forza del silenzio per affrontare le aberrazioni della modernità. E’ questo il messaggio della lunga meditazione del cardinale Sarah che si conclude con l’ intenso colloquio con dom Dymas de Lassu, priore della Grande Chartreuse e ministro generale dei certosini, dal quale emerge il senso della vita monastica nel tempo del rumore, vissuta con tenacia, sostenuta da una spiritualità che nulla ha di terreno.

Articolo di: Gennaro Malgieri

Fonte:  Formiche_net (del 25.11.2017)


 









Il Caso AMICIZIA

Intorno alla metà del secolo scorso, in tutto il mondo prese ufficialmente piede il fenomeno dei "dischi volanti", quelli che sarebbero poi entrati a far parte dell'immaginario collettivo col termine di "UFO", acronimo inglese Unidentified Flying Object per Oggetti Volanti Non Identificati, OVNI in italiano. Parallelamente a coloro che avevano osservato e talvolta documentato strani fenomeni aerei nei cieli, cominciarono a farsi avanti numerosi individui che affermavano di essere entrati in contatto con gli occupanti di questi misteriosi velivoli.

Sino ad allora, questo genere di "contattismo" non aveva mai goduto di gran credito, anche perché si riteneva confinato ad esperienze prettamente individua­li e quindi difficilmente verificabili.


Questo libro ("Contattismi di Massa" di Stefano Breccia - Nexus 2009) apre degli scenari del tutto inusitati, documentando come in realtà vi siano stati interi gruppi di per­sone che per prolungati periodi di tempo hanno direttamente interagito con presunte entità extraterrestri sul nostro pianeta.
Si tratta di 2 gruppi contrapposti di Alieni, situati nei pressi alla costa adriatica vicino Pescara che si mescolavano tra i residenti e soprattutto che hanno comunicato con alcuni importanti personaggi politici nel 1956. Il loro principale contatto  era uno studioso di nome Bruno Sammaciccia, una figura nota e credibile che ha conseguito 4 lauree tra i quali Psicologia e Psichiatria e fu anche nominato uomo dell'anno dall'UNESCO nel 1982 per il suo notevole background culturale. E 'stato inizialmente contattato telepaticamente da alieni umanoidi alti 8 piedi, che, a loro dire, avevano una base nel mare Adriatico.
Nel capitolo intitolato "Amicizia", alla fine del libro, si parla delle loro abitudini, le intenzioni e le loro interazioni con gli esseri umani. Tra questi ultimi, spiccano figure prestigiose come un noto  cardinale brasiliano, un famoso pittore e un generale dei carabinieri, ma in particolare, hanno contattato il molto noto console Italiano Alberto Perego, che ebbe il suo avvistamento sopra San Pietro il 1° Dicembre 1953 e che ha parlò di UFO a molti funzionari e politici italiani negli anni 50.
Contattato telepaticamente fu anche, il giornalista/fotografo Bruno Ghibaudi che ha scattato le sorprendenti foto di questi UFO che escono dall'acqua vicino Pescara sulla costa adriatica.
Il libro contiene molte foto delle citate personalità, più una foto di un alieno alto 8 piedi che ha detto di far parte di una Confederazione di una galassia "blu", che significa probabilmente una nebulosa blu. Un messaggio dato al Pianeta Terra contiene queste parole: "...in origine, in natura, molta vita extraterrestre era umanoide". Cioè proprio come siamo noi.

Oltre a fornire informazioni inedite sul celeberrimo "Caso Ummo", rac­contato qui come nessun'altra pubblicazione in italiano aveva mai fatto prima, questo straordinario volume rivela per la prima volta l'esistenza di "Amicizia" e le incredibili vicende vissute da un gran numero di persone, principalmente in Italia, ma anche in Svizzera, Austria, Germania, Francia, Unione Sovietica, Australia e Argentina, direttamente coinvolte in ques­ta gigantesca operazione di dialogo e interscambio tra gente della Terra e razze aliene.
I fatti qui riportati si estendono in particolare lungo un periodo che va dal 1956 al 1978, anno in cui l'Italia fu protagonista di una massiccia serie di avvistamenti UFO e di sconvolgenti e sinora inspiegati fenomeni nel mare Adriatico, che all'epoca sembra ospitasse nei suoi fondali una gigan­tesca base allestita da un gruppo di razze extraterrestri particolarmente benevole nei nostri confronti e in lotta con altre fazioni animate da intenti invece negativi. Le informazioni presentate in quest'opera sono a dir poco straordinarie e aprono un capitolo completamente nuovo nel panorama ufologico in­ternazionale, suggerendo con la forza dei fatti come alcune frange di umanità terrestre abbiano interagito da tempo con razze provenienti da altri sistemi stellari per la realizzazione di un disegno evolutivo, le cui finalità solo ora cominciano lentamente a delinearsi.

Tutto ha inizio nel 1956 e del racconto di Bruno viene tratta qui solo una sintesi. Essendo troppo lungo il resto, si rimanda alla lettura del libro qui presentato.
Si tratta nel testo di persone abruzzesi, più precisamente di Pescara, Chieti, Montesilvano e uno di Sulmona ecc., che sono state contattate, tutte insieme, da altre persone identiche a noi, ma di statura leggermente diversa (dai 60 cm ai 3,5 metri di altezza) che non sono di origine terrestre. I contatti sono durati circa 22 anni, non un giorno.
Questi amici, tra cui Bruno Sammaciccia di Montesilvano, sono tutte persone con una elevatissima cultura, con più lauree, in varie branche della scienza e tecnica.
Essi hanno ricevuto certamente un bene con questa amicizia.
Questa storia, chiamata proprio AMICIZIA è uscita allo scoperto solo dopo 40 anni dalla sua nascita, nel 1956. Bruno è deceduto nel 2003.

Il messaggio di Hans ai lettori

(Hans è uno di Amicizia, ma la sua storia si è svolta in terra tedesca).

I contatti sono "tutt'ora in corso", ma con altre persone e sempre abruzzesi.
Ovviamente è bene precisare che questi W56 (il nome con il quale vengono chiamati questi alieni) hanno contatti con persone di tutti i continenti, non solo con l'Italia, ma con la Francia, Germania, Russia, Cina, Medio oriente ecc.
Sono in mezzo a noi, ma noi non ce accorgiamo e non ce ne possiamo accorgere, pur tenendo conto di quelli che possono balzare all'occhio per via della loro altezza, loro vivono in mezzo a noi, da decine di millenni. Qualcuno però ne ha visto qualcuno di notte in giro sul lungomare di Pescara, si trattò in quel caso di due w56 alti più di 2,5 metri e anche a Roma, nei paraggi della stazione Tiburtina, uno alto 2.5 metri circa che camminava dalla stazione verso il terminal degli autobus.
Probabilmente non sono mai andati via del tutto, ma ora sono di nuovo qui e danno continuamente segnali della loro presenza ai loro "prescelti", infatti sono loro che "scelgono" gli elementi da contattare successivamente e dipende tutto solo da loro.

Il Caso Amicizia documentario


Il Messaggio di Hans

Quando l'amico Stefano mi ha comunicato la decisione di Bruno Sammaciccia di scrivere parte delle sue memorie, ho deciso di collaborare, aggiungendo le mie esperienze alle sue, anche se non lo avevo mai conosciuto, se non di nome (ci siamo incontrati solo a valle dell'operazione). Sono ovviamente grato a Stefano per il suo lavoro di coordinazione e di completamento. Leggendo le note di Bruno e confrontando i suoi racconti con le mie esperienze, devo dire che dalle mie parti gli Amici ci hanno fatto vivere esperienze più orientate alla tecnica di quanto traspare sia accaduto in Italia.
Come Stefano, sono un ingegnere, ed ho lavorato nel campo delle telecomunicazioni (è a seguito di questa attività che l'ho conosciuto) e quindi, credo di avere tratto profitto da quanto gli Amici mi hanno raccontato sulla loro tecnologia.
Un'importante invenzione nel campo delle TLC è stata certamente ispirata dagli Amici (per ovvi motivi, non posso citare di che cosa si tratti).
Ora che l'ho conosciuto di persona, posso confermare che Bruno è una persona squisita, dalla profonda cultura nei settori dell'etica e delle religioni.
Lui sapeva ben poco di quanto stava accadendo al di fuori della sua nazione, per cui, ha letto con interesse le mie osservazioni; il nostro incontro è stato quindi una sessione di domande e risposte a tre voci, e Stefano ha opportunamente inserito nel testo quanto è emerso in quella occasione. Purtroppo, non capisco l'italiano, quindi, non ho potuto leggere l'ultima versione del testo, ma solo la prima, quella in inglese.
Anche nella mia nazione c'è stata la sensazione che stesse accadendo qualche cosa di grandioso, ma anche noi tedeschi di Amicizia abbiamo fatto in modo che ben poco trapelasse al di fuori della nostra cerchia, a parte qualche articolo scritto in forma dubitativa.
In Germania c'era stato detto che l'Italia sarebbe dovuta divenire la nazione leader in questo settore, proprio grazie al centro studi che Bruno stava costruendo, ma quando le cose sono andate a rotoli, da quelle parti c'è stato un profondo sentimento di scoramento e di disperazione direi. Gli Amici ci hanno detto che si imponeva una pausa di riflessione, ma ci diedero un appuntamento per i primi anni del nuovo secolo.
Sino ad ora, però, non si sono ancora rifatti vivi. Naturalmente, eravamo a conoscenza di cose analoghe in altre nazioni europee, anche se, ben di rado abbiamo avuto contatti con gli stranieri coinvolti nella vicenda. Anche qui, ormai, pochi sono ancora in vita, quindi, condivido la decisione di Bruno di lasciare queste memorie per il futuro, spero per quando i nostri Amici ritorneranno, se vorranno farlo. A differenza di lui, però, preferisco mantenere l'anonimato, quindi ho chiesto a Stefano di non inserire un mio curriculum nel testo, anche s'è abbastanza simile al suo (ho avuto meno esperienze internazionali, ma il settore di lavoro era analogo).
Invito a mia volta il lettore a leggere con interesse quanto segue, anche perché, spero che un giorno certe esperienze potrebbero anche essere sue.

Hans
Chieti, Maggio 2000


Caso AMICIZIA parla un W56:  QUI SU YOUTUBE

Una chiacchierata con Gaspare e Prem: QUI SU YOUTUBE


Cari amici, leggete questo libro con attenzione, perché è l'indizio dell'esistenza di una salvezza, sia da un punto di vista spirituale che umano.
Sono molto religioso, benché non fanatico, ho studiato praticamente tutte le religioni, anche quelle primitive e posso dire che il senso religioso umano è un mezzo di salvezza; sono cattolico, ma apprezzo anche le altre religioni: quando uno prega Dio onnipotente, sta commettendo una buona azione, qualunque sia il nome con cui lo chiama.
Spesso vivo fra i miei cari frati francescani, perché sento che frate Francesco è uno dei migliori esempi di misticismo, di negazione del sé, di profonda saggezza, pur non essendo stato una persona dotta, un esempio di bontà e di amore lo ha mostrato nella sua vita e nel suo corpo fino all'ultimo momento. Questo è il motivo per cui io amo frate Francesco, i francescani, ma amo anche tutti i frati, i quali, nel loro silenzio, fanno molto più bene di quanto altri fanno all'aperto.
Per quanto concerne questo libro, leggetelo con attenzione; per un momento dimenticate ciò che avete conosciuto fino ad ora, ciò che dicono gli imbecilli, gli ignoranti ed i mentitori, perché le loro affermazioni sono piuttosto di ostacolo e per favore, concentratevi su ciò che viene raccontato. Questo è quanto speravo di ottenere scrivendo questo libro.

Bruno Sammaciccia
(L'uomo che ha incontrato e vissuto per 22 anni, dal 1956 al 1978 con i W56).

Chieti, Maggio 2000

Fonte Articolo QUI

Elaborazione e Impaginazione a cura di Renato Pernice - 1 Luglio 2023









 









Cosa ha detto Putin nel discorso alla nazione

"L'Ucraina è parte della Storia russa creata da Lenin"

(estratto da "FanPage" del 21 FEBBRAIO 2022 - 20:20)

“L’Ucraina è stata creata da Lenin, è stato il suo architetto. Non è un Paese confinante, è parte della nostra storia e della nostra cultura”: lo ha detto Vladimir Putin nel suo discorso alla nazione.

"L'Ucraina non è un Paese confinante, è parte integrante della nostra storia e cultura". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, nel discorso che ha rivolto questa sera alla nazione, dopo l'annuncio a Francia e Germania di voler riconoscere l'indipendenza delle repubbliche separatiste del Donbass. In questa regione, ha detto Putin, la situazione è diventata "critica e acuta". Una volta terminato il suo discorso il presidente russo ha firmato in diretta tv il documento di riconoscimento dell'indipendenza del Donbass, alla presenza dei due leader delle repubbliche separatiste, Donetsk e Luhansk.

"Oggi mi rivolgo a voi direttamente per non solo valutare cosa sta succedendo, ma anche per informarvi sulle decisioni che si stanno prendendo, su possibili ulteriori passi su questo tema", ha detto. Putin ha anche detto di essere pronto a mostrare al mondo intero cosa significhi liberare completamente il Paese. Per poi rivendicare: "L'Ucraina è stata creata da Lenin, è stato il suo architetto. Lenin aveva un interesse particolare anche per il Donbass". Putin ha sottolineato come l'Ucraina moderna sia stata "interamente creata dalla Russia comunista" e come sia stato un errore del leader bolscevico strappare il territorio dalla Russia.

Il presidente russo quindi ha proseguito: "L'Ucraina non ha mai avuto una tradizione coerente dell'essere una vera nazione: ha sempre seguito modelli provenienti dall'estero che non trovavano riscontro nelle loro radici, nella loro storia. Non hanno fatto altro che assecondare i voleri dell'Occidente". Kiev, secondo Putin, sarebbe governata da oligarchi che non vogliono riconoscere i legami del Paese con la Russia, anzi: cercano di separarla con sentimenti nazionalisti e neonazisti: "Questi oligarchi hanno sfruttato la frustrazione dei cittadini ucraini e hanno messo in atto un colpo di Stato. I fondi ricevuti dall'estero non sono finiti nelle tasche dei cittadini, ma in quelle degli oligarchi. I cittadini hanno sofferto sempre di più".

Putin ha quindi accusato gli oligarchi di "non fare altro che rubare", puntando il dito contro il governo ucraino. Nel Paese, secondo il presidente russo, ci sarebbero "terroristi sostenuti dalla comunità internazionale" e non ci sarebbe invece un sistema giudiziario indipendente e sarebbe direttamente l'ambasciata degli Stati Uniti a controllare alcuni giudici. "C'è una corruzione dilagante in tutti i settori", ha proseguito, affermando che i cittadini non vogliono continuare a vivere in questa "totale perdita di sovranità". L'Ucraina starebbe anche continuamente ricevendo armi dall'Occidente e, forte di questo sostegno, cercherebbe il conflitto con la Russia.

"Se l'Ucraina dovesse entrare in possesso di armi di distruzione di massa, la situazione del mondo cambierebbe in modo drammatico. Tutti quelli che in Occidente vogliono manipolare l'Ucraina potrebbero aiutarla a dotarsi di queste armi", ha proseguito, accusando Washington di minacciare la sicurezza russa. "Le truppe della Nato stanno prendendo parte a queste esercitazioni, almeno 10 sono in corso, ed i contingenti Nato in Ucraina potrebbero crescere rapidamente", ha aggiunto Putin, affermando che al tempo stesso l'Occidente provi a dipingere la Russia come il nemico."Gli americani dicono che non dobbiamo preoccuparci" per una possibile entrata dell'Ucraina nella Nato. E infine: "Gli Stati Uniti non hanno escluso l'allargamento, se rispetterà determinate condizioni. Quindi arriverà il momento dell'adesione e allora la Nato non sarà più un'alleanza difensiva. Siamo noi l'obiettivo dei missili".

a cura di Annalisa Girardi

ESTRATTO DA:

Leggi l'articolo QUI

https://www.fanpage.it/

22 Febbraio 2022

 



Stato di emergenza illegittimo: violata la Costituzione

La giudice di Pisa fa a pezzi i Dpcm Covid

19 febbraio 2022

La giudice di Pisa Lina Manuali ha assolto un cittadino dall’accusa di avere violato un Dpcm per essere uscito di casa durante la pandemia. «Con il susseguirsi, spesso in contrapposizione tra loro, di decreti legge e Dpcm si è assistito all’introduzione di sempre più stringenti restrizioni e limitazioni nell’esercizio delle libertà e dei diritti fondamentali, fino ad arrivare a incidere sul diritto al lavoro e a un’equa retribuzione con violazione dell’articolo 36 della Costituzione», è quanto si legge nelle motivazioni, depositate due giorni fa, alla sentenza pronunciata nel novembre scorso. Tra le altre cose, il magistrato afferma che la delibera datata 21 gennaio 2020 con cui il Consiglio dei Ministri stabilì lo stato di emergenza era «illegittima» e, di conseguenza, lo sono stati tutti i provvedimenti che ad essa si richiamavano e tutte le proroghe dello stato di emergenza.
Anche per questa ragione, Manuali ha assolto un cittadino ‘perchè il fatto non sussiste’ dal reato di ‘inosservanza’ dei provvedimenti dell’autorita «per avere violato il divieto di uscire di casa se non per motivi di lavoro, salute o necessita». Non è la prima sentenza che stabilisce l’illegittimità dei Dpcm ma è una delle più articolate e si spinge fino ad alludere, mettendole in dubbio dal punto di vista giuridico, alle limitazioni sul lavoro per chi non è in possesso del green pass. Centrale nel ragionamento del giudice il concetto di «stato di emergenza». Il punto di partenza è che «l’ordinamento costituzionale italiano non contempla né lo stato di eccezione, né lo stato di emergenza al di fuori dello stato di guerra» e la «la situazione causata dal Covid non è giuridicamente assimilabile allo stato di guerra».
È vero che la dottrina ammette un «implicito statuto costituzionale dell’emergenza a tutela della salute pubblica e della pubblica sicurezza» ma «la tutela di questi diritti non può ingigantirsi a tal punto da tiranneggiare la protezione di altri diritti di pari natura costituzionale». E, in ogni caso, se si stabilisce una gerarchia tra quale dei diritti costituzionali sia più importante in quel momento si deve farlo rispettando «i principi di legalità, riserva di legge, necessità, proporzionalità, bilanciamento e temporaneità». Questo, secondo la sentenza, il Governo non lo avrebbe fatto. C’è una legge del 2018, il cosiddetto ‘Codice della Protezione Civile’, che attribuisce la possibilità di istituire uno ‘statuto di emergenza’ alla Presidenza del Consiglio ma solo nel caso di «calamità naturali», «una dimensione di crisi del tutto diversa dalla pandemia provocata da agenti virali». In conclusione, per la giudice «manca qualsivoglia presupposto legislativo su cui fondare la delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 non rientrando tra i poteri del Consiglio dei Ministri quello di dichiarare lo stato di emergenza sanitaria».

Articolo estratto da IL TEMPO . it Clicca QUI per visualizzare la fonte

22 Febbraio 2022



 









Ucraina - Francesco: "ho un grande dolore" 

Il 2 marzo preghiera e digiuno per la pace

"La Regina della Pace preservi il mondo dalla follia della guerra": è l'invocazione accorata del Papa al termine dell'udienza generale in cui chiama a raccolta soprattutto i credenti perché dedichino la prima giornata di Quaresima al raccoglimento per il Paese europeo: Dio è il Padre di tutti non solo di qualcuno, ci vuole fratelli e non nemici.

Video Papa Francesco: QUI

Adriana Masotti - Città del Vaticano

"Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione in Ucraina". Papa Francesco esordisce così al termine della catechesi all'udienza generale di oggi. Poco prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana, il suo ampio appello alla pace che non nasconde forte preoccupazione e rammarico per l'esito, per ora negativo, registrato dai negoziati internazionali. "Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane - osserva - si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Come me tanta gente nel mondo sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta la pace di tutti è minacciata da interessi di parte". Francesco prosegue:

Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è il Dio della pace e non della guerra, il Padre di tutti non solo di qualcuno che ci vuole fratelli e non nemici. Prego tutte le parti coinvolte perché si astengano da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni, destabilizzando la convivenza tra le nazioni e screditando il diritto internazionale.

L'appello a credenti e non credenti

Francesco sa che la politica non basta a cambiare i cuori, solo Dio può farlo, si rivolge quindi a tutti invitando credenti e non credenti ad unirsi in una supplica corale per la pace:

Gesù ci ha insegnato che alla insensatezza diabolica della violenza, si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una giornata di digiuno per la pace. Incoraggio in modo speciale i credenti perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno. La Regina della Pace preservi il mondo dalla follia della guerra.

Articolo del 23 febbraio 2022, 10:27

Articolo estratto da:  VATICAN NEWS

Elaborazione e Impaginazione a cura di: Renato Pernice - 24 febbraio 2022

 










"Inclusione" o "invasione"?

Il volto ambiguo di una menzogna antica

Difficile “condividere” e vivere da fratelli, ma per davvero, quando la parola più di moda per definire correttamente il rapporto tra persone e culture sembra essere oggi “inclusione”.

Sembra logico chiedersi infatti e prima di tutto: “Chi include chi? e… “Come?”.

Il termine, indicherebbe, letteralmente, e semplicemente l’atto di includere un elemento all’interno di un gruppo o di un insieme. Ancor di più, in ambito sociale, significherebbe semplicemente “appartenere a qualcosa”, sia esso un gruppo di persone o un’istituzione, e sentirsi accolti.

Nulla di pericoloso dunque o inquietante. Ma, solo in apparenza. Conduce infatti molto spesso all'inferno una via lastricata di "buone intenzioni", specialmente quando un linguaggio ambiguo, intriso di parole pervertite nel loro significato originale, addita una direzione che, alla prova dei fatti, si rivela altrettanto falsa.

Nella società che viviamo, nella Storia che ogni giorno costruiamo, nei rapporti sociali concreti che costituiscono la complessa tessitura del nostro vivere quotidiano, questa parola, solo apparentemente innocua e persino accogliente, ha finito, infatti, giorno dopo giorno, alla prova dei fatti, col rappresentare la semantica di un “regime” ove l’inclusione non ha affatto gli scopi caritatevoli di cui si riveste in apparenza, ma piuttosto impone, ai disgraziati e sorridenti inclusi, il prezzo più alto per chiunque da pagare: il sacrificio della propria identità, di ogni libertà, spesso e volentieri perfino la negazione della persona e di ogni diritto umano, in linea con il progredire, nella politica di molte nazioni, del nuovo e totalitario "Ordine Mondiale" (globalizzazione).

Leggiamo a tal proposito sul Blog “ControNews” (“Il Nuovo Regime dell’inclusione” - 1 Marzo 2021):

“Siamo circondati, assediati ogni giorno di più, dalla nuova ideologia globalista della DEI, ovvero, Diversità, Equità e Inclusione, nel cui nome bisogna abbattere tutti i simboli di un nostro presunto passato di “oppressione”, fare tabula rasa della nostra identità culturale/biologica/nazionale. E spuntano anche i primi corsi di “rieducazione politica” (in puro stile marxista-leninista) dove a breve verremo mandati in massa, a chinare obbligatoriamente la testa di fronte all’indiscussa supremazia morale del nuovo ordine mondiale-inclusivo (…) un artificio con cui ci vogliono mantenere in uno stato di banalità elevata, impedendoci di vedere la degradazione con la quale stanno schiacciando il mistero che è in noi (…) La propaganda del regime è perentoria, non c’ è più spazio per il dissenso, dobbiamo ammettere la nostra ignoranza, ascoltare umilmente gli insegnamenti della scienza, della storia riscritta, della dittatura tecnocratica-sanitaria, e credere che stiano operando tutti unicamente per il nostro bene. In questo caso non serve nemmeno indossare gli occhiali, il messaggio è diretto, non fa uso di messaggi subliminali. Dobbiamo guardare la TV, spegnere il nostro cervello e smetterla una volta per tutte di usare il nostro pensiero indipendente per criticare l’autorità”.

Come si è disperso dunque tutto il calore di questo ipocrita e presunto sentirsi inclusi?

Nel contesto della nostra realtà, il senso della parola ha completamente rovesciato il suo significato originale, finendo piuttosto oggi, e purtroppo alla prova di tanti fatti di cronaca, con l’evocare scene e contenuti di una pellicola “cult” di fantascienza, molto nota negli anni ’50: “Fluido mortale” (“Blob” - del 1958, diretto da Irvin S. Yeaworth Jr.).

Ad “assorbire” letteralmente la nostra persona e le nostre coscienze non è in questo caso una fantastica “bolla” venuta dalle profondità dello spazio cosmico (come nel film), ma un costante martellamento mediatico quotidiano che alla fine finisce però col rivelarsi molto poco inclusivo e, al contrario, fastidiosamente invasivo all’orecchio di chi sa “ascoltare” ed è sempre poco incline a farsi imbrogliare o imbavagliare.

Si innesca così una mina a tempo per la reciproca fiducia, prima o poi destinata a logorare nervi e cuore fino all’inevitabile deflagrazione. Un vero attentato a ciò che abbiamo di più caro nella nostra vita: l’identità e la libertà.

A volte, come in Occidente, l’invasione culturale ( che si manifesta come globalizzazione) precede l’uso della violenza (sempre sottintesa, palpitante e ansiosa di “includere”), altre volte, come sempre più a Sud o verso l’Oriente, è quest’ultima (senza la vergogna dell’illecito) a imporre, senza compromessi o mezzi termini, la sua “rivoluzione culturale”.

In ogni caso, prima o poi sono i nervi quelli destinati a saltare, visto che “a forza” nessuna “resilienza” (altro termine ambiguo e serpentino…) resiste più di tanto all’insistenza “inclusiva” dell’aggressore che alfine non può che gettarla via quella maschera.

Ed ecco il trionfo del dolore nella violenza della verità. Dal quotidiano logorio della mai desiderata inclusione altrui, il trionfo dell’ostilità che prima o poi sfocia in guerra. Non è che il frutto perverso di quella forzatura dalla quale finalmente ci siamo liberati per non più “apparire” ma “essere” noi stessi. Un atto di pura follia, una violenza della quale molto volentieri avremmo potuto fare a meno se solo il contesto fosse stato ben diverso e magari molto meno “inclusivo”.

Ma anche una “lezione”, una presa di coscienza fondata su una verità antica come il mondo: nessun figlio è minore di un altro e nessuno ha l’autorità o il diritto di proclamarsi “inclusore” del suo fratello. Cessa ogni violenza solo quando, rifiutandoci di includere a tutti i costi, impariamo invece a riconoscerci e stimarci in una stretta di mano nel reciproco rispetto delle proprie riconosciute e ben separate identità.

Ma solo se ad essere sincero è, prima di tutto, il cuore.

Renato Pernice - 3.03.2022

 









Fusaro a Piazza Pulita:

"Guerra criminale e oscena ma non quella di Putin"

"Io condanno la guerra", premette Diego Fusaro prima di dire la sua sull'invasione dell'Ucraina a PiazzaPulita. Il filosofo (...) ha voluto ripercorrere il passato: "Bisogna capire il perché di questa guerra, capire la storia che in questo caso è molto lunga". Nella puntata di giovedì 3 marzo su La7, Fusaro fa un passo indietro fino ai tempi dell'Unione sovietica. "Quando questa è finita - commenta alle telecamere di Corrado Formigli - la Nato e l'Occidente si sono espansi sempre di più. Voglio ricordare che a Bucarest la Nato aveva detto che la Georgia e l'Ucraina sarebbero entrate, presto o tardi, nella Nato".

Per questo Fusaro chiede che l'Europa e l'Italia si astengano dal prendere le parti di una o dell'altra fazione e "diventino neutrali". Incalzato dal conduttore che chiede il significato di "neutralità", Fusaro replica: "Vuol dire che l'Europa per rimanere fedele al suo progetto, deve perseguire la pace. E invece stiamo mandando armi agli ucraini". Di più, "ci stanno portando verso una guerra criminale e oscena dove a morire sarà solo la povera gente: russi e ucraini".

E a chi gli chiede se gli ucraini non possono essere liberi di eleggere un proprio presidente, come ogni democrazia vuole, il filosofo non attende a replicare: "Giusta osservazione ma ricordiamo che nel 2014 c'è stato un vero e proprio colpo di stato, dopo il quale è stato portato al potere un governo filo-occidentale".

(Articolo estratto da: Libero Quotidiano . it - Fonte originale: urly.it/3hagw - 4 marzo 2022))


 









L'ideologia gender nascosta dietro un dito

A “Scuola delle Mamme” (lascuoladellemamme.net) come a scuola di bugie?

In un sito che si definisce “Scuola delle Mamme” (mi auguro che se ne conosca il “genere”…) e il cui scopo sembra piuttosto quello di promuovere l’ideologia “gender” facendo finta che non esista (Mah!!!) e vendere libri (come chiunque altro vende qualcosa) leggo un’affermazione che mi lascia quantomeno “basito” (visto quello che so e che sa anche il Papa che qui, tra l’altro, viene preso per ingenuo con evidente livore "cristianofobo").

Riporto testualmente solo un piccolo estratto per necessaria brevità:

Come è nata la storiella della "fantomatica" ideologia Gender?

“È tutto merito dell’opera di convincimento messa in atto dal Pontificio Consiglio per la Famiglia che già da diversi anni ha iniziato a diffondere l’idea dell’esistenza di un’ideologia che nega l'importanza della differenza dei sessi e favorisce l'esercizio sterile e ludico della sessualità (…) Nessuno tra coloro che sostengono l'importanza dell'educazione alla differenza è d'accordo con queste affermazioni (…) anche il Papa è caduto nel tranello (…) Cosa possiamo fare nel frattempo? Non arrenderci, pubblicare bei libri, organizzare (…).

Ora, a parte che “Nessuno” non si sa chi sia (e giochiamo, come nella grotta di Ulisse ePolifemo, sempre sulle anime degli altri anche quando sono bambini…), la verità è NEI FATTI.

La foto (leggere attentamente) dimostra infatti INEQUIVOCABILMENTE che almeno QUALCUNO diffonde già (con inopportuna VIOLENZA PEDAGOGICA) questa IDEOLOGIA che si cerca di spacciare ipocritamente per innocuo “studio di settore”. Oltretutto l’articolo e tutto il dibattito in corso evidenziano che di GUERRA IDEOLOGICA già si tratta (e senza esclusione di colpi… perché qui sono in gioco forti interessi economici, case farmaceutiche e studi medici per cambiare sesso e altro con annesse banche e assicurazioni, insomma, i potenti della terra e quanto basta a farne una “lotta di classe”…).

Va chiarito subito che nessuno “studio sociale” è “asettico” o innocuo. La scelta stessa di studiare un fenomeno piuttosto che un altro implica un motivato interesse che non tarda a tradursi in ideologia. Così fu per la “questione operaia” cui vennero date numerose risposte “ideologiche”.

Tali risposte, per quanto riguarda l’argomento in oggetto, sono peraltro chiaramente presentiin testi scolastici come questo di cui pubblichiamo la foto:

Tratto da "Invito alla biologia", Zanichelli editrice, testo scolastico per le scuole superiori, già adottato da alcuni istituti, contiene una perfetta spiegazione della teoria di genere come "convinzione interiore" (e non dato oggettivo) di essere donna o uomo.

L’IDEOLOGIA GENDER dunque ESISTE, Qualcuno la promuove (almeno l’Autore e l’Editore del libro) ED È GIÀ QUI. In tale formulazione essa si oppone non ad un’altra ideologia ma alla volontàstessa di Dio (a meno che non si voglia considerare "ingenuo" ed "omofobo" anche LUI…). Nascondersi dietro un dito per insultare il Papa e imbrogliare i bambini non serve. Il paradosso é piuttosto nel fatto che molti sostenitori di tale ideologia provengono proprio dalle file di coloro che in passato si prodigavano a combattere il "sistema" e che ora il Sistema tratta da "utili idioti" (vedi Jovanotti e il Bilderberg) travestendosi da filantropo ma sapendone in verità "una più del diavolo" (forse perché egli stesso è il Diavolo?)

Colgo l’occasione (data la strettissima connessione tra le tematiche) per denunciare un uso improprio e scorretto della parola “omofobia”, usata in rete e altrove come una specie di “caccia alle streghe” alla rovescia. Dico ai tanti ignoranti che la usano in ragione delle loro limitate competenze (per fortuna sempre in divenire...) che tale parola presuppone disprezzo per gli omosessuali, ed è dunque una deprecabile (anche per lo scrivente) forma di “razzismo”. Purtroppo si applica troppo spesso, sommariamente e volentieri anche a chi, per chi soffre di tale patologia (di altro non si tratta e sopratutto non è un “genere”) ha ogni misericordia o propone (vedi CMA) cure concrete proprio in soccorso di tale “povertà”.

8 Settembre 2015

 









Contro quel Nulla che avanza...

Alcuni anni fa, quando bazzicavo ancora nelle aule di una Scuola Italiana già alquanto derelitta, consideravo con i miei alunni alcune tematiche del Decadentismo e molto spesso mi capitava di sottolineare inquietanti connessioni con l’evoluzione di una società sempre piùfrantumata nella fede, nei valori e nell’intimo di tante coscienze individuali. Gli scrittori del Novecento avevano visto la via che conduceva al baratro ed io pensavo che in quei giorni avessimo già toccato il fondo. Ne discutevo animatamente con i miei ragazzi sentendomi anch’io, per la mia gioventù libertaria e rivoluzionaria, in qualche misura corresponsabile e vittima altresì di quell’ingorgo morale che precipitava verso il basso. Io neo-convertito negli anni ’90 ad una nuova speranza evangelica sulle tracce di una Papa vigoroso e ardente di Spirito venuto dall’Est, io ora impegnato a risollevare le coscienze ma che nel tempo dell’ardore giovanile e della romantica rivolta avevo anch’io negato il Padre e studiavo con entusiasmo sui libri di Marcuse, W. Reich e Bakunin. Dicevo che ne discutevo animatamente con i miei ragazzi, sognando per loro un riscatto, una nuova generazione che riparasse ai nostri errori partoriti in quel fuoco ardente di un sessantotto che ogni cosa avrebbe divorato per una nuova creazione.

C’era di buono una sete di giustizia, una ricerca di verità nelle relazioni umane deluse da un contesto civile troppo farisaico per soddisfare i nostri ideali. Ma erano anche sogni indeterminati e contraddittori, ideologie ove la vendetta prevaleva sul perdono fino a sfociare nell’uso delle armi, nella sopraffazione cieca, in un terrorismo troppo fine a se stesso per configurare un mondo ideale.

Che altro potevo fare se non che metterli in guardia? Troppo poco o troppo tardi. Come in quel film “La Storia Infinita”, il Nulla continua ad avanzare, la decadenza non si arresta e, ingoiato quel fremito di libertà, ne fa oggi bandiera di quello stesso “sistema” che allora contestavamo per motivi inversi, per il suo rigore.

Astuto e sinuoso è il Nulla. Il Sistema è ancora lì e mi viene in mente un amico di allora, morto precocemente per troppo amore, che mi invitava ad una rivoluzione interiore perché da quella politica, diceva, non avremmo tratto nulla. Tanta saggezza come quella di Dean Moriarty sulla “mia” strada…

Il Sistema di oggi è una lobby LGBT che allora si spacciava per falsa libertà e noi ci credevamo perché a quel tempo sembrava rompere un muro di ipocrisia ed oggi è questa invece la nuova ipocrisia che si consolida all’ombra di esperimenti genetici e case farmaceutiche e interessi bancari che le sostengono. La nuova forma del Nulla, quella decadenza che non tocca mai il fondo ed è giunta ad espiantare Dio dai cuori disgregati. Che direi oggi ai miei ragazzi? Che solo una rivoluzione interiore, ieri come oggi, può salvarli e salvare il mondo, il vero modo per combattere il Nulla è una Fede e una Speranza e che il Sistema può essere battuto solo se lo distruggiamo prima di tutto in noi stessi.

9 Novembre 2015

 









Ma fuori dal coro, non sempre è bello tutto ciò che muore

Tutto finisce… ed è arrivato in questi giorni, anche per Marco Pannella il tempo di lasciare questa terra.

Fa uno strano effetto mediatico morire di questi tempi… Come se la morte stessa fosse sufficiente a sanare ogni errore commesso in vita dal defunto e gli applausi si sprecano dietro un feretro adornato da tanta colpevole ipocrisia, mascherata di pietà, impassibile statua da offrire a posteri ignari e condizionati dalla propaganda di regime (quale che sia…).

Diciamola tutta e con sincerità, almeno una volta: tutto questo coraggio  e tutta questa vigorosa ostinazione anti-ideologica non andavano sprecate in così grande mistificazione.

Assolutamente aberranti e ai limiti del nazismo le campagne per aborto ed eutanasia, sprezzante nei confronti della Legge di Dio quella sul divorzio e sui presunti diritti omosessuali e addirittura devastante quella sulle droghe. Apprezzabili invece soltanto le campagne in favore della natura e degli animali, sulla non-violenza e a sostegno dei carcerati.

Ha fatto la storia? Sì. Anche Hitler a modo suo... Milioni di non-nati in omaggio a tanto abortismo, non sono stati forse "trucidati"? Da cristiano posso solo dire: "Che Dio lo perdoni..." . E il fatto che lui non credesse conta davvero poco nell’economia del creato.

Umanamente dirò che contribuire all'attuale pasticcio politico, ideologico e morale in cui versa il nostro Paese, non può considerarsi in alcun modo un merito per nessuno e dunque neanche per chi, pur pagando di persona, troppe volte lo ha fatto a sostegno di cause ignobili. Del resto… Non hanno pagato di persona anche tanti illusi kamikaze indipendentemente dalla presunta “nobiltà” delle loro cause?

Troppo stucchevoli, diplomatiche e forse un tantino poco opportune le benevole dichiarazioni della Sala Stampa Vaticana sull’argomento. Questo “eroe dei diritti civili” dovrebbe innanzitutto interrogare ogni coscienza sul concetto stesso di “civiltà” e specialmente ai giorni nostri ove un’indicibile deriva ha preso il sopravvento sui valori autenticamente umani ove “libertà” non va letta come “libertinaggio” né “dialogo” può intendersi alla stregua di “servile compromesso”.

Restando in ambito “ecclesiale” molto più opportune e veritiere mi sembrano invece le condiderazioni di padre Lazzara che cito testualmente dal suo blog su Facebook: “Il leader dei radicali, lottava per la sovversione morale e della natura umana; negando volontariamente e pertinacemente l'ordine soprannaturale in nome di un relativismo morale, ideologico e religioso, nichilista e corrosivo. Ha corrotto la legge e il costume morale di milioni di italiani, rendendo possibile l'aborto, il divorzio, la droga libera, e il "libero amore" in nome proprio della parola più sbagliata: “diritti”…. Come se fossimo chiamati qui, su questa terra a far di testa nostra…

No davvero: un estremo saluto non si nega a nessuno ma stavolta con tante, troppe perplessità assolutamente incompatibili con l’inespressivo panegirico di un sonnolento Mattarella e certo più gradite allo stesso defunto che di battaglie e polemiche ha alimentato nel bene e nel male tutta una vita non del tutto sprecata ma certo non da conclamare ad esempio.

20 Maggio 2016

 










Perché il Gender è una ideologia

Nelle brevi note che seguono viene implicitamente denunciato un altro aspetto della mistificazione messa in atto in questi giorni dai sostenitori delle cosiddette "unioni civili". Si nega da parte di costoro l'esistenza di qualsivoglia "ideologia gender".

Il documento che pubblichiamo fa giustizia di questa ennesima menzogna evidenziando fondamenti teorici radicati profondamente nella cultura atea e marxista fin dagli anni '60.

A seguire, due importanti contributi video (cliccare sui link proposti), tratti dal recente MEETING DI RIMINI (20-26 Agosto 2015), aiutano a fare chiarezza su troppi inganni e speculazioni mediatiche che cercano di intaccare i fondamenti della morale e del comune sentire civile.

Estratto da:

PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA

FAMIGLIA, MATRIMONIO E "UNIONI DI FATTO"

Città del Vaticano, 26 luglio 2000

Festa di San Gioacchino e Sant’Anna, Genitori della S.ma Vergine Maria

Card. Alfonso López Trujillo

Presidente

S.E.Mons. Francisco Gil Hellín

Segretario

(...)

Nel decennio 1960-70, si sono affermate alcune teorie (che oggi gli esperti qualificano generalmente come "costruzioniste") secondo le quali l'identità sessuale di genere ("gender") sarebbe non solo il prodotto dell'interazione tra la comunità e l'individuo, ma anche indipendente dall'identità sessuale personale. In altri termini, nella società, i generi maschile e femminile sarebbero esclusivamente il prodotto di fattori sociali, senza alcuna relazione con la dimensione sessuale della persona. In questo modo, ogni azione sessuale sarebbe giustificabile, inclusa l'omosessualità, e spetterebbe alla società cambiare per fare posto, oltre a quello maschile e femminile, ad altri generi nella configurazione della vita sociale [6].

L'ideologia di "gender" ha trovato nell'antropologia individualista del neo-liberalismo radicale un ambiente favorevole [7].

La rivendicazione di uno statuto analogo, per il matrimonio e per le unioni di fatto (incluse quelle omosessuali) è oggi generalmente giustificato facendo ricorso a categorie e termini derivanti dall'ideologia di "gender"[8].

Esiste così una certa tendenza a designare come "famiglia" ogni tipo di unioni consensuali, ignorando la naturale inclinazione della libertà umana alla donazione reciproca, e le sue caratteristiche essenziali, che sono la base di questo bene comune dell'umanità che è l'istituzione matrimoniale.

(...)

NOTE

[6] Diverse teorie costruzioniste sostengono oggi concezioni differenti sul modo in cui la società dovrebbe - secondo quanto sostengono - cambiare adattandosi ai diversi "generi" (ad esempio nell'educazione, la sanità, ecc.). Alcuni sostengono l’esistenza di tre generi, altri cinque, altri sette, altri ancora un numero che può variare in funzione di diverse considerazioni.

[7] Tanto il marxismo quanto lo strutturalismo hanno contribuito in misura differente al consolidamento di questa ideologia di "gender", che ha subito diversi influssi, quali la "rivoluzione sessuale", con postulati come quelli rappresentati da W. Reich (1897-1957) che appella alla "liberazione" da qualunque disciplina sessuale, o Herbert Marcuse (1898-1979) che invita a sperimentare ogni tipo di situazione sessuale (intesa a partire da un polimorfismo sessuale di orientamento indifferentemente "eterosessuale" - cioè l'orientamento sessuale naturale - o omosessuale), slegata dalla famiglia e da qualsiasi finalismo naturale di differenziazione tra i sessi, così come da qualsiasi ostacolo derivante dalla responsabilità procreativa. Un certo femminismo radicalizzato ed estremista, rappresentato da Margaret Sanger (1879-1966) e da Simone de Beauvoir (1908-1986) non può essere collocato al margine di questo processo storico di consolidamento di una ideologia. In questo modo, "eterosessualità" e monogamia sarebbero solo casi possibili di pratica sessuale.

[8] Questo atteggiamento ha incontrato, purtroppo, un'accoglienza favorevole presso numerose istituzioni internazionali importanti, e si è tradotto nel conseguente deterioramentodel concetto stesso di famiglia, il cui fondamento è, necessariamente, il matrimonio. Tra queste istituzioni, alcuni Organismi della stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, sembrano aver aderito recentemente ad alcune di queste teorie, ignorando con ciò l’autentico significato dell'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, che qualifica la famiglia come "nucleo naturale e fondamentale della società". Cfr. Pontificio Consiglio per la Famiglia, Famiglia e Diritti umani, 1999, n. 16.

- il Link per il documento completo:

Link documento

-  i 2 Contributi video tratti dal recente MEETING DI RIMINI (20-26 Agosto 2015). Clicca sui Link seguenti:

VIDEO 1 

VIDEO 2 

5 Settembre 2015

 









Perché NO Ius soli

Non è il momento storico e politico adatto. La cittadinanza può essere richiesta e concessa a seconda dei casi e valutando sempre secondo i canali tradizionali ma qui invece salta il necessario "filtro" e si corrono seri rischi di sicurezza solo per mantenere i privilegi di chi non vuol distribuire la ricchezza, intende continuare a lucrare sulla dipendenza dei deboli e preferisce incrementare il neo-schiavismo dei sotto-pagati per mascherare la crisi economica causata da scandali a ripetizione evitando l'assunzione di italiani che rivendicherebbero i loro diritti mentre gli immigrati - per ora - si accontentano. Creare insomma un boom economico "artificiale" su cui ricominciare a rubare (visto che si sta raschiando il fondo del barile). In tutto ciò la parola "misericordia" viene usata non nel suo corretto significato ma con quello di "carità pelosa" e la necessaria "prudenza" mistificata da "razzismo" (anche se ovviamente i veri razzisti ci sono e continueranno ad esserci - ma in questo contesto usati dalla propaganda di regime come utili idioti). Il tutto con una pesantezza morale che ha del satanico o, nel migliore dei casi sfiora e attraversa il concetto di totale stupidità. Solo Dio puòsalvarci dal macello che ne deriva e di cui già affiorano i primi segnali nella cronaca nera. Seviene la guerra la colpa è anche dell'aviatore che non rifiuta l'ordine di sganciare le bombe... Qui è gravissima la responsabilità di media e giornalisti "in carriera". Opporsi allo Ius Soli e fare vera Carità nei paesi di provenienza affrontando in taluni casi con giusta forza i prepotenti per proteggere i deboli (come giustamente suggeriva la Chiesa nel momento in cui fu creato l'ordine cavalleresco) è il minimo che si possa onestamente fare. Perché in fondo si tratta sempre di mancanza di onestà e di regole morali la cui inosservanza per "caritatevole impunità" ci ha letteralmente gettati in un collo di bottiglia. No Ius Soli per ricominciare a sperare e rialzare la testa.

18 Ottobre 2017


 


Serve pregare?


Credo che molti si facciano, al giorno d'oggi, questa domanda: "A che serve pregare?". E spesso la risposta è scoraggiante: "ho pregato, ma non è servito a nulla". Credo che lo scoraggiamento derivi non dalla preghiera "in sè" ma dalla mia incapacità a mettermi "in relazione" con il Padre, e spesso anche con il prossimo. Le preghiere infatti non si "recitano" ma si "vivono". Riflettere poco su questa realtà, e sopratutto trascurarla o banalizzarla per mancanza di tempo (come se quest'ultimo non fosse, a sua volta, un dono) rende la preghiera imperfetta. In ultima analisi, è sempre questione di fede e impegno personale. Dio non si accontenta perché "legge" il cuore. Ma per chi crede essa ferma realmente i disastri e le guerre. Prima di pregare, considerando il mondo di oggi, occorre dunque una vera e propria "scuola" che "insegni" a pregare e un impegno quotidiano, da "bastian contrari": contro se stessi.

29 Maggio 2015

 









Quando la Misericordia deve farsi forza

Una riflessione su Santa Giovanna d'Arco

Mi piace oggi ricordare così la "pulzella d'Orléans" (tantissimo mi emozionò questo film di Christian Duguay con Leelee Sobieski come protagonista - 1999): la forza che difende i perseguitati, che si oppone giustamente agli ingiusti e non abusa di sé per farsi potere ma tutto consegna nelle mani del Padre. Un aspetto della Misericordia che oggi spesso si mistifica o si preferisce nascondere per vigliaccheria o eccesso di timidezza e complessi di colpa, a tutto vantaggio dei nuovi prepotenti. C’è differenza infatti tra la ricerca e il rispetto per la pace e il “pacifismo”. La pace è un valore grande, enorme, ma non è al di sopra di tutti; più in alto vi è il valore della giustizia, per cui quando quest’ultima viene calpestata e offesa e non c’è altro mezzo incruento per risolvere la questione (a volte perfino il perdono non basta, quando non è accompagnato dal pentimento…), si può e si deve combattere. In caso contrario il pacifismo si trasforma facilmente in aquiescenza, oggettiva complicità col male, ingiustizia. Una lezione attualissima, da meditare (e mettere in pratica, se occorre) davanti alle sfide che il nostro tempo non cessa di manifestare.

30 Maggio 2015

VIDEO Giovanna d'Arco. Clicca qui: Link

 









Migranti: chiudere le porte a chi?...

Oggi Papa Francesco ha parlato e si è rivolto al mondo intero chiedendo perdono per chi chiude le porte ai migranti, ma occorre anche tanta chiarezza e tanto coraggio perché i tempisono ostili e difficili. Che i vaneggiamenti di Salvini siano fuori di senno è scontato. Ma lo erano anche quelli del cosiddetto "Duce" nel corso del tragico ventennio. Il problema è l'ascolto degli altri che dipende dalla pavidità di pochi. La timidezza di Renzi (mai eletto da nessuno se non che dai potentati economici cui deve obbedienza) in Europa fa da contraltare alle picche dei francesi che, in crisi economica, finiscono con l'esaltare i razzisti diogni nazione (inclusi i nostri). Di situazioni simili approfittano i dittatori di ogni tempo. Occorreinvece solidale fermezza senza se e senza ma. Accogliere è un dovere del cuore (qualunque cosa ne pensi il palazzo). L'Italia dunque accolga i poveri e (visto che la crisi è un dato di fatto) detragga direttamente le spese (senza se e senza ma e senza ascoltare nessuna lamentela) dal nostro debito verso l'Europa (Merkel, banche, Bilderberg), cioè costringa con un atto coraggioso l'Europa a cambiare "di fatto" (bere o affogare). Al massimo, conceda una commissione di verifica di tali spese (non di più). In caso di ritorsioni,spezzi l'embargo verso la Russia (anche se non è il massimo... ma lo sarebbe per il nostro "export") con un "avvertimento" inequivocabile. Dimostri così che la "forza" non si esprime mai contro i deboli ma solo contro i prepotenti (Francia inclusa) rieducando nel contempo tanti italiani che in Salvini vedono un leader solo per la pochezza di altri. E forse... torneremoanche a votare un presidente del consiglio veramente "eletto".

17 Giugno 2015

 








Il Suo Sguardo...

“Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano” (Sal. 139, v.5). Così come in questo “tempo forte” del “deserto” che sperimento oggi con i “Laboratori di Preghiera e Vita” di padre Ignacio Larrañaga (www.tovitalia.it).

"Sto" e "mi sento" in Lui e con Lui, come quando talora, in rari momenti di totaleconsapevolezza, riesco ad “ascoltarmi” mentre parlo o mi muovo. Il contemplare me stessoè “traccia” della Sua Presenza che nell’intimo mi scruta e mi circonda.

Recita il versetto 7: “…dove fuggire dalla tua presenza?”. Accade (purtroppo) quando mifaccio “pesante” a me stesso, come chiuso nel circuito delle mie occupazioni che spesso(gonfiandosi a dismisura…) diventano “preoccupazioni” quotidiane.

Così, io stesso trasformo ciò che comunque “passa”, in eterno e “fondante” per me, mi ci immedesimo, mi chiudo in una prigione senza sbarre apparenti, fondando consistenza di cogente realtà in ciò che è solo frutto di agitazione mentale e, oppresso da me stesso, mi lamento per una infelicità che è solo frutto della mia debolezza spirituale.

Ma quando ci penso, questo “fuggire dalla Sua Presenza”, mi appare grottesco.

La vera domanda sarebbe: “PERCHE’ fuggire dalla tua presenza?”. Quando “so”, e lo so“nel profondo”, che non ne vale affatto la pena?…

Salvo poi a lamentarmi con me stesso e talora, come un Giobbe fuori di sè, perfino con Te, sforzandomi, in un paradosso ulteriore, di cercarTi di qua e di là come se anche Tu fossi una delle tante variabili impazzite del sistema…

E invece… da un “oltre” ove io stesso “sono” (senza riuscire a vedermi per ottusa miopia), TU SEI e… “mi scruti, e mi conosci”. Forse perfino deliberatamente sorridi ai miei sforzi e accenni benevolo un saluto, ove io, goffo e scialbo, inciampo nei rimorsi.

Pure anche io scorgo, in certi momenti di Grazia, come questo (e ne ringrazio Te e il Padre Ignacio) un riflesso consolatore e benigno della VERITA’, quando, libero da me stesso (ego) riesco a guardarmi accorgendomi dunque all’istante che mai Tu hai cessato di rivolgere a meil Tuo Sguardo.

Accade di solito, quando, stanco di inutili conflitti con mulini a vento, mi lascio soltanto andare e contemplo, in quei momenti, come in coma, ciò che accade dall’alto, e vedo le cose come Tu le contempli e mi faccio leggero, come ritornando all’essenza di quella materia sottile che anche la nuova fisica comincia a intuire all’origine di ogni cosmo creato. Mi lascio così “intessere di nuovo, nel ventre di mia madre, tra le Tue dita” e mi sembra di vibrare come le foglie dell’albero che si trova a me dinanzi ad ogni soffio d’aria lasciandosi amare, lasciandosi soltanto amare dal vento…

durante il Deserto delle Guide TOV

Monastero Benedettino Dusmet di Nicolosi - Ct -  21 Giugno 2015


 









A ciascuno il suo: la fonte dell'unità

La forza di gravità spiega l'Universo. Ciò che determina l'equilibrio (unità cosmica) non è chequella carica negativa, sapientemente "dosata" nel progetto divino, che tiene ogni corpo alla giusta distanza dall'altro. L'armonia delle sfere. In un certo senso, la differenza (ciò che mi separa) è fonte di unità nel "progetto". E talora anche Dio si serve del male, commesso dagliuomini (penso ad esempio al peccato di Davide), per generare frutti di salvezza. E' come una legge, un modello, un principio che dovrebbe regolare il funzionamento di ogni relazioneaffinché non abbia a risentirne, sgretolandosi, l'intera costruzione. In fisica, come nella politica, nella religione o nei rapporti personali e dappertutto, in ogni angolo del cosmo come dell'agire umano, la vera unità non è mai la risultante di un compromesso, nè può essere generata artificialmente da ipocrisie, sgradite condiscendenze, obblighi presunti, doveri o necessità. Nasce piuttosto per simbiosi o per amore, è frutto di reciproca quanto inspiegabile, magnetica attrazione-repulsione. O semplicemente non è, cessando presto di esistere. Purtroppo il disegno che l'Essere intravede, riesce incomprensibile all'Esistente coinvolto in una parte, finché lo liberi una Grazia, un'emozione fatta di preghiera e di Silenzio.

11 Luglio 2015