mercoledì 16 aprile 2025



















UN FRUTTO AVVELENATO SULL'ALBERO DI VITO

Dove si annida la serpe del modernismo

Vero o falso?... “Che cosa è la Verità?” lo chiedeva Pilato a Dio in persona. Per quale motivo chi dice oggi di essere di Cristo dovrebbe porsi ancora un tale dubbio che, per la natura stessa della parola, scaturisce dal “dia-volo”? Diabolico oggi è confondere o peggio fingere di fare confusione tra “dialogo” e… “diavolo”. Esattamente come Mancuso e La Stampa. Il politichese e i compromessi appartengono al mondo e alla paura della Croce oggi resa concreta dalle invadenze massoniche e musulmane soprattutto all’Interno della Chiesa. La Croce è invece di Cristo e di chi la sceglie per risorgere con Lui. Semplicemente… Mancuso (e chiunque con lui) ha scelto “la parte peggiore”, “quella che gli sarà tolta”. Il resto è “fuffa”. Non c’è dunque alcun motivo perché un cristiano debba sentirsi “contento” nell’ascoltare tali sciocchezze. Soprattutto in ambito ecclesiale. Cambiare canale è piuttosto d’obbligo non essendo oggi neppure minimamente attraente per noi questo frutto già marcio dell’albero di Vito così come invece apparve ai nostri progenitori quello altrettanto ingannevole dell’Albero della Vita. Non fosse altro per il semplice fatto che pur essendo umano sbagliare, perseverare resta tuttavia, a tutti gli effetti “diabolico”. E non fosse altro che per avere ancora oggi la convinzione (taluno la chiama giustamente “Fede”) e, finché dura, anche il diritto politico di augurare a tutti Buona Pasqua, senza riserve teologiche, con assoluta e non contrattabile pienezza di significato. Piaccia o dispiaccia. 

Renato Pernice - 16 aprile 2025

 

mercoledì 22 gennaio 2025

 









Sean Penn: Via da questo pazzo mondo...

INTO THE WILD (Sean Penn - USA - 2007)

Via da questo pazzo mondo... Narrazione cinematografica straordinaria ad opera di attori e di una regìa sempre di assoluto prim'ordine, tratta da una storia veramente accaduta e che ci scuote con straordinaria intensità, ridestando in ognuno di noi quella profonda e mai sopita aspirazione ad una fuga definitiva dalle presunte e labili sicurezze di un civiltà profondamente corrotta, che spesso ci incatena con vincoli di ipocrisia. Il protagonista ripercorre l'itinerario spirituale di uno dei più grandi capolavori della letteratura americana e universale: "Walden - La disobbedienza civile", di Henry David Thoreau. Emozionante avventura solitaria, tra le desertiche lande gelate dell'Alaska, alla ricerca del senso della vita e di una purezza interiore introvabili nella vita sociale del nostro tempo, ancor più se scossa dai terribili conflitti che vediamo emergere ogni giorno intorno a noi. Evocazione immaginifica di una Natura incorrotta come immagine di quel Dio che eternamente cerchiamo in noi stessi e che solo raramente riusciamo a percepire tra le persone e gli ambienti tra i quali vaghiamo quotidianamente alla ricerca della Verità.

“Il film è tratto dalla storia vera di Christopher McCandless, che decise di abbandonare la sua vita privilegiata per imbarcarsi in un viaggio nella landa più desolata dell’Alaska. La serie di personaggi esuberanti che incontra ai margini della società influenzeranno la sua visione della vita. Sean Penn è meglio conosciuto come uno dei migliori interpreti della sua generazione, ma la sua svolta alla regia è spesso sottovalutata. La sua ispirata trasposizione del romanzo di Jon Krakauer ricevette il plauso entusiasta della critica, incoraggiando tanti a esplorare la strada meno battuta”.

(- info tratta dalla scheda del film su MUBI)

Che dire di più?… Anche stavolta incontro su MUBI il Cinema migliore, quello con la "C" maiuscola. Davvero l’unico abbonamento che vale davvero la pena in TV. Buona visione!...

Link su MUBI: QUI

Renato Pernice - 9 marzo 2022


 









George & Tammy 

Una trascinante, impetuosa e drammatica storia d'amore

Articolo di: Lorenza Negri

Fonte Articolo: WIRED  

27.04.2023

George & TammyParamount+

La serie con Jessica Chastain e Michael Shannon su Paramount+ è il biopic di una coppia di leggende musicali del country che suona le corde delle emozioni

Link. Trailer

Stand By Your Man è la canzone più famosa della stella della musica country Tammy Wynette; il testo è stato creato in pochi minuti, mentre la cantautrice attingeva alle sensazioni esperite di fresco della sua tumultuosa relazione con il partner professionale e sentimentale George Jones. La genesi di questo intramontabile classico in grado di commuovere anche chi a Nashville, culla del country, non ha mai neanche messo piede, è riportata in George & Tammy, biopic musicale dal 27 aprile su Paramount+. Da Elvis a Rocket Man passando per tante altre e appassionanti ricostruzioni delle vite movimentate e disordinate di cantanti e musicisti, forse le più accattivanti e coinvolgenti sono quelle che riportano le tumultuose relazioni di coppie musicali come Quando l'amore brucia l'anima - Walk the Line (la cronaca della love story tra Johnny Cash e June Carter). Affascinano anche quando non sono vere, come in Daisy and The Six (la serie mockumentary sulla band degli anni '70 fortemente ispirata ai Fleetwood Mac).



George & Tammy si concentra su un lustro della carriera di questi due mostri sacri della musica Made in Usa, interpretati da Jessica Chastain e Michael Shannon: quello che ha visto i loro percorsi incrociarsi. Creata da Abe Sylvia (suo anche Gli occhi di Tammy Faye, sempre con la Chastain) la miniserie non si discosta molto dagli eventi reali del burrascoso periodo insieme, attingendo alle memorie della figlia della coppia composta da due delle leggende del country con le voci più riconoscibili e uniche del settore. Tammy, cresciuta in una fattoria di cotone nel Mississippi, ha sempre sognato la fama; è fuggita da un matrimonio sbagliato contratto a diciassette anni, portando con sé le figlie a Nashville ,aggiudicandosi in fretta un contratto musicale e instaurando in seguito una relazione con un’altra star. George e Tammy si sono sposati nel 1969 e da quel momento in poi i due hanno vissuto una relazione agitata, passionale e dolorosa oscurata dagli eccessi, proprio quando entrambi erano all’apice della carriera.



La serie diretta da John Hillcoat racconta la loro storia d'amore da un punto di vista diretto e personale, scandendola con le note dei brani intramontabili della musica country. Al netto di svariate scene che confermano i cliché sulle coppie dello spettacolo eccessive e riottose, la miniserie è una montagna russa emotiva irresistibile con un Shannon e una Chastain in grado di esprimere la specificità emotività dei rispettivi personaggi. Forse il contesto musical del caso può risultare meno accattivante per lo spettatore europeo, tuttavia, è solo il tipo di rapporto a cambiare: il genere che per gli americani è rurale e familiare, mentre è esotico e misconosciuto per tutti gli altri. Alla maggior parte del pubblico italiano sfuggono i riferimenti al passato, ma dove latita la nostalgia e manca la conoscenza delle hit si manifesta inalterata l’attrazione della storia d’amore tormentata, sofferta e ardente di questi due artisti.



I magnetici Shannon e Chastain (che, non sembra, ma hanno solo tre anni di differenza) tengono incollati allo schermo grazie all'autenticità delle loro esibizioni musicali, alla riverenza nei confronti dei due miti che incarnano e alla loro pazzesca alchimia. La Chastain in particolare, graziata da una sceneggiatura che adotta il punto di vista di Tammy e le permette di avventurarsi profondamente nel suo animo, ne sviscera la personalità trovando il tempo di riflettere anche sulle ragioni del cuore di tante altre donne innamorate. George & Tammy è la parabola attenta ai dettagli intimi dell'amore e della disperazione, della passione e del rimpianto di una coppia, che in questo biopic sceglie di privilegiare l’essere umano a discapito del personaggio pubblico, facendo rivivere i suoi protagonisti non come leggende, ma come una coppia di fallibilissimi innamorati. Non è una serie da bingewatch - l’impetuosità e la drammaticità dei loro momenti più bui prosciuga emotivamente anche lo spettatore – ma è una delle migliori biografie musicali del panorama recente.

Fonte Articolo: WIRED  

Trailer su YouTube

11 MAG 2023


 









VERO O FALSO?

Riflessioni in fuga dal bi-pensiero

Vero o falso?... Secondo il relativismo ciò dipende dal punto di vista dell’osservatore non esistendo nessun altro principio di verità.

Questo significa che ciò che è osservato è contemporaneamente vero e falso. E questa è la sua vera realtà.

Ma l’osservatore? Lui è vero o falso?

Se l’osservatore dice che una cosa osservata è contemporaneamente vera e falsa esprime sostanzialmente un bipensiero che afferma la verità di una “sua” verità.

Se ci osserviamo gli uni gli altri, tutto è vero e falso contemporaneamente, inclusi gli osservatori.

Solo la FEDE ci libera da questo “loop”: “CREDI TU?”

La FEDE dunque è ciò che divide per ordinare, ristabilendo l’unico criterio di certezza che sostiene l’intera creazione e con ciò la logica binaria: 1=vero ; 0=falso.

Con ciò risponde alla domanda di Pilato: “Che cosa è la Verità?”.

Non ci si arrampica né ci si contorce sui sentieri della salvezza e neppure la pedagogia salvifica può confondere il suo metodo “comprensivo” con il suo contenuto “esclusivo” da comunicare a tutti e per tutti.

Tra noi e loro è infatti stabilito un abisso niente affatto inclusivo.

Una la FEDE e una la SPERANZA. Non di interpretazione è lecito dissertare, né la FEDE può identificarsi con una delle sue interpretazioni che tendano a sdoppiarsi all’infinito.

Renato Pernice - 30 maggio 2023


 









Silenzio: l'unica via maestra per incontrare Dio

Perché mi ha affascinato la “Forza del silenzio” del cardinale Sarah

“È necessario per tutti  noi coltivare il silenzio e circondarlo di una diga interiore. Nella mia preghiera e nella mia vita interiore, ho sempre sperimentato il bisogno di un silenzio più profondo, più completo. Si tratta di quella sobrietà che conduce a non pensare neppure a me stesso, ma a volgere il mio sguardo, il mio essere e la mia anima verso Dio”. Queste parole non sono state pronunciate da uno dei mistici padri del deserto, ma sono il cuore della riflessione del cardinale Robert Sarah contenute nel suo ultimo libro, La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore (Cantagalli, pp.287, €20,00), scritto, come il precedente (Dio o niente), con la stimolante collaborazione di Nicolas Diat e prefato da Benedetto XVI, “maestro dello spirito”, “maestro del silenzio e della preghiera”. Il porporato guineano si conferma come uno dei più alti spiriti della cristianità contemporanea ed un autentico riferimento nella Chiesa cattolica per coloro che non intendono sottomettersi allo “spirito del tempo” immergendosi, appunto, nel rumore che soffoca l’anima.Non è una semplice accusa quella che il cardinale Sarah muove alla modernità, ma una circostanziata disamina della perdita del senso profondo della religiosità da parte dei fedeli che, forse incolpevolmente, sono incappati nelle mode più avvilenti che connotano la nostra epoca ed hanno finito per contaminare anche la Chiesa. Nella sua profonda e dettagliata analisi (ogni frase necessiterebbe di una sottolineature e di una adeguata esegesi), l’abbandono del silenzio è rappresentato come un ostacolo all’accoglimento di Dio attraverso la preghiera e l’origine dello smarrimento della sacralità perfino tra coloro che dovrebbero condurre i cristiani verso una più alta considerazione della pratica religiosa finalizzata al ritrovamento di se stessi e, naturalmente, dell’Eternità. La tecnica, il consumismo, l’eudemonismo, l’ossessione dell’esteriorità, l’invadenza del dubbio, lo scetticismo e l’indifferentismo hanno minato gli spazi del silenzio. La follia del rumore, perfino nei templi dove lo spirito dovrebbe trovare ristoro, ha annullato quasi del tutto la possibilità dell’uomo di connettersi con il divino. Da qui la dimensione angosciante che l’umanità vive insidiata da innumerevoli incertezze che neppure nella Chiesa trovano risposte adeguate. L’abbandono del silenzio ha respinto la preghiera e dunque la conoscenza della verità, della bellezza e dell’amore.“Possiamo cercare Dio solo nei chiostri”, sostiene il cardinale Sarah. O, ci permettiamo di aggiungere, nelle nostre anime se siamo capaci di sottrarle ai condizionamenti che gli assordanti rumori provocano impedendo la possibilità di elevarci oltre le umane miserie, i desideri impossibili da soddisfare, le lusinghe del materialismo pratico, le giustificazioni del relativismo morale. “La vita monastica, la vita degli uomini di solitudine e di silenzio è un’ascensione verso le altezze e non un riposo sulle altezze. I monaci salgono ogni giorno più in alto perché Dio è sempre più grande. Su questa terra non potremo mai raggiungere Dio. Ma niente potrà accompagnare meglio il nostro viaggio terreno verso Dio della solitudine e del silenzio”, osserva il porporato che della vita monastica ha fatto il riferimento costante della sua esistenza ed in particolare dell’insegnamento benedettino filtrato dalla pratica cenobitica dei certosini la cui spiritualità, come scriveva Nathalie Nabert ne La Grande Chartreuse, au-delá du silence, “nasce dall’incontro di un’anima e di un luogo, dalla coincidenza tra un desiderio di vita ritirata in Dio e un paesaggio”. La “Cartusie solitudine”, insomma, come i testi antichi descrivevano la bellezza “naturale” dell’isolamento e che convinse, alla fine della sua carriera di letterato decadente, Joris-Karl Huysmans, a farsi oblato, raccontando la sua esperienza di silenzioso frequentatore di monasteri nell’omonimo romanzo ora edito in Italia da D’Ettoris.Il cardinale, affascinato dal mondo dei solitari di Dio, non manca di scorgere nel canto gregoriano una profondità ed una pietà dolce che esalta appunto il silenzio, quel canto che oggi manca nelle chiese disadorne simili a supermercati o a stazioni ferroviarie in omaggio ad una sorta di agorà nella quale tutto è permesso tranne il raccoglimento. “Le potenze mondane che cercano di plasmare l’uomo moderno rifuggono sistematicamente il silenzio. Non ho timore di affermare che i falsi sacerdoti della modernità, che dichiarano una specie di guerra al silenzio, hanno perduto la battaglia. Poiché possiamo retare silenziosi in mezzo alla più grande confusione, all’agitazione più abietta, in mezzo al chiasso e allo stridore di queste macchine infernali che spingono al funzionalismo, all’attivismo e che ci allontanano da ogni dimensione trascendente e da ogni forma di vita interiore”.Ma come? Soltanto convincendoci che “il silenzio non è un’assenza”, ma piuttosto “la manifestazione di una presenza, più intensa si qualsiasi altra presenza”. E che soltanto nel silenzio si possono porre, con la speranza di riuscire ad ottenere soddisfacenti risposte, le vere domande della vita. Scriveva Thomas Merton che il silenzio “è necessario per denunciare e riparare la distruzione e i danni provocati dal ‘peccato’ del rumore”. E tanto più nella Chiesa stessa, tra i cattolici che recitano l’ufficio divino “senza raccoglimento, senza entusiasmo né fervore, oppure in maniera irregolare e sporadica”, scrive il cardinale Sarah, con il tragico risultato di rendere tiepido il cuore e banale il rapporto con Dio.Soltanto quando avremo acquisito il silenzio interiore, ammonisce il porporato, “potremo portarlo con noi nel mondo e pregare dovunque”. Insomma, “la vita del silenzio deve saper precedere la vita attiva”. Oltretutto “il rumore non è mai sereno e non conduce mai alla comprensione dell’altro”. Ma i questo mondo, permeato di tecnologia, rumoroso per definizione, distratto e caotico al di là della nostra stessa consapevolezza, come si fa a trovare il silenzio? “L’umanità – spiega il cardinale Sarah – deve entrare in una forma di resistenza”. E la Chiesa deve condurre questo processo di razione alla modernità se vuole che che l’umanità di riappropri di Dio e lo riconosca. Duramente poi ammette: “Non mi stancherò mai di denunciare coloro che sono infedeli alle promesse della loro ordinazione. Non smettono mai di parlare poter far conoscere o per imporre la loro visione personale, tanto sul piano teologico che su quello personale… Non credo di poter affermare che siano abitati da Dio… continuano a parlare e ai media piace ascoltarli per diffondere le loro stupidaggini se si dichiarano a favore delle nuove ideologie post-umane, nel campo della sessualità, della famiglia, del matrimonio”.Parole forti, parole che non ammettono vane discussioni. Il cardinale Sarah, arrivato al centro della Cristianità dal cuore dell’Africa, vescovo più giovane del mondo consacrato nel 1979, presidente del dicastero Vaticano che si occupa della liturgia, ha fatto del silenzio e della preghiera il suo costume di vita secondo l’insegnamento di San Giovanni Paolo II per il quale il missionario è il contemplativo in azione, non diversamente da Benedetto XVI, la cui vita monastica, dopo la grande rinuncia, è scandita dalla contemplazione e dall’adorazione di Dio, come rivela il cardinale Sarah a lui vicino.La forza del silenzio per affrontare le aberrazioni della modernità. E’ questo il messaggio della lunga meditazione del cardinale Sarah che si conclude con l’ intenso colloquio con dom Dymas de Lassu, priore della Grande Chartreuse e ministro generale dei certosini, dal quale emerge il senso della vita monastica nel tempo del rumore, vissuta con tenacia, sostenuta da una spiritualità che nulla ha di terreno.

Articolo di: Gennaro Malgieri

Fonte:  Formiche_net (del 25.11.2017)


 









Il Caso AMICIZIA

Intorno alla metà del secolo scorso, in tutto il mondo prese ufficialmente piede il fenomeno dei "dischi volanti", quelli che sarebbero poi entrati a far parte dell'immaginario collettivo col termine di "UFO", acronimo inglese Unidentified Flying Object per Oggetti Volanti Non Identificati, OVNI in italiano. Parallelamente a coloro che avevano osservato e talvolta documentato strani fenomeni aerei nei cieli, cominciarono a farsi avanti numerosi individui che affermavano di essere entrati in contatto con gli occupanti di questi misteriosi velivoli.

Sino ad allora, questo genere di "contattismo" non aveva mai goduto di gran credito, anche perché si riteneva confinato ad esperienze prettamente individua­li e quindi difficilmente verificabili.


Questo libro ("Contattismi di Massa" di Stefano Breccia - Nexus 2009) apre degli scenari del tutto inusitati, documentando come in realtà vi siano stati interi gruppi di per­sone che per prolungati periodi di tempo hanno direttamente interagito con presunte entità extraterrestri sul nostro pianeta.
Si tratta di 2 gruppi contrapposti di Alieni, situati nei pressi alla costa adriatica vicino Pescara che si mescolavano tra i residenti e soprattutto che hanno comunicato con alcuni importanti personaggi politici nel 1956. Il loro principale contatto  era uno studioso di nome Bruno Sammaciccia, una figura nota e credibile che ha conseguito 4 lauree tra i quali Psicologia e Psichiatria e fu anche nominato uomo dell'anno dall'UNESCO nel 1982 per il suo notevole background culturale. E 'stato inizialmente contattato telepaticamente da alieni umanoidi alti 8 piedi, che, a loro dire, avevano una base nel mare Adriatico.
Nel capitolo intitolato "Amicizia", alla fine del libro, si parla delle loro abitudini, le intenzioni e le loro interazioni con gli esseri umani. Tra questi ultimi, spiccano figure prestigiose come un noto  cardinale brasiliano, un famoso pittore e un generale dei carabinieri, ma in particolare, hanno contattato il molto noto console Italiano Alberto Perego, che ebbe il suo avvistamento sopra San Pietro il 1° Dicembre 1953 e che ha parlò di UFO a molti funzionari e politici italiani negli anni 50.
Contattato telepaticamente fu anche, il giornalista/fotografo Bruno Ghibaudi che ha scattato le sorprendenti foto di questi UFO che escono dall'acqua vicino Pescara sulla costa adriatica.
Il libro contiene molte foto delle citate personalità, più una foto di un alieno alto 8 piedi che ha detto di far parte di una Confederazione di una galassia "blu", che significa probabilmente una nebulosa blu. Un messaggio dato al Pianeta Terra contiene queste parole: "...in origine, in natura, molta vita extraterrestre era umanoide". Cioè proprio come siamo noi.

Oltre a fornire informazioni inedite sul celeberrimo "Caso Ummo", rac­contato qui come nessun'altra pubblicazione in italiano aveva mai fatto prima, questo straordinario volume rivela per la prima volta l'esistenza di "Amicizia" e le incredibili vicende vissute da un gran numero di persone, principalmente in Italia, ma anche in Svizzera, Austria, Germania, Francia, Unione Sovietica, Australia e Argentina, direttamente coinvolte in ques­ta gigantesca operazione di dialogo e interscambio tra gente della Terra e razze aliene.
I fatti qui riportati si estendono in particolare lungo un periodo che va dal 1956 al 1978, anno in cui l'Italia fu protagonista di una massiccia serie di avvistamenti UFO e di sconvolgenti e sinora inspiegati fenomeni nel mare Adriatico, che all'epoca sembra ospitasse nei suoi fondali una gigan­tesca base allestita da un gruppo di razze extraterrestri particolarmente benevole nei nostri confronti e in lotta con altre fazioni animate da intenti invece negativi. Le informazioni presentate in quest'opera sono a dir poco straordinarie e aprono un capitolo completamente nuovo nel panorama ufologico in­ternazionale, suggerendo con la forza dei fatti come alcune frange di umanità terrestre abbiano interagito da tempo con razze provenienti da altri sistemi stellari per la realizzazione di un disegno evolutivo, le cui finalità solo ora cominciano lentamente a delinearsi.

Tutto ha inizio nel 1956 e del racconto di Bruno viene tratta qui solo una sintesi. Essendo troppo lungo il resto, si rimanda alla lettura del libro qui presentato.
Si tratta nel testo di persone abruzzesi, più precisamente di Pescara, Chieti, Montesilvano e uno di Sulmona ecc., che sono state contattate, tutte insieme, da altre persone identiche a noi, ma di statura leggermente diversa (dai 60 cm ai 3,5 metri di altezza) che non sono di origine terrestre. I contatti sono durati circa 22 anni, non un giorno.
Questi amici, tra cui Bruno Sammaciccia di Montesilvano, sono tutte persone con una elevatissima cultura, con più lauree, in varie branche della scienza e tecnica.
Essi hanno ricevuto certamente un bene con questa amicizia.
Questa storia, chiamata proprio AMICIZIA è uscita allo scoperto solo dopo 40 anni dalla sua nascita, nel 1956. Bruno è deceduto nel 2003.

Il messaggio di Hans ai lettori

(Hans è uno di Amicizia, ma la sua storia si è svolta in terra tedesca).

I contatti sono "tutt'ora in corso", ma con altre persone e sempre abruzzesi.
Ovviamente è bene precisare che questi W56 (il nome con il quale vengono chiamati questi alieni) hanno contatti con persone di tutti i continenti, non solo con l'Italia, ma con la Francia, Germania, Russia, Cina, Medio oriente ecc.
Sono in mezzo a noi, ma noi non ce accorgiamo e non ce ne possiamo accorgere, pur tenendo conto di quelli che possono balzare all'occhio per via della loro altezza, loro vivono in mezzo a noi, da decine di millenni. Qualcuno però ne ha visto qualcuno di notte in giro sul lungomare di Pescara, si trattò in quel caso di due w56 alti più di 2,5 metri e anche a Roma, nei paraggi della stazione Tiburtina, uno alto 2.5 metri circa che camminava dalla stazione verso il terminal degli autobus.
Probabilmente non sono mai andati via del tutto, ma ora sono di nuovo qui e danno continuamente segnali della loro presenza ai loro "prescelti", infatti sono loro che "scelgono" gli elementi da contattare successivamente e dipende tutto solo da loro.

Il Caso Amicizia documentario


Il Messaggio di Hans

Quando l'amico Stefano mi ha comunicato la decisione di Bruno Sammaciccia di scrivere parte delle sue memorie, ho deciso di collaborare, aggiungendo le mie esperienze alle sue, anche se non lo avevo mai conosciuto, se non di nome (ci siamo incontrati solo a valle dell'operazione). Sono ovviamente grato a Stefano per il suo lavoro di coordinazione e di completamento. Leggendo le note di Bruno e confrontando i suoi racconti con le mie esperienze, devo dire che dalle mie parti gli Amici ci hanno fatto vivere esperienze più orientate alla tecnica di quanto traspare sia accaduto in Italia.
Come Stefano, sono un ingegnere, ed ho lavorato nel campo delle telecomunicazioni (è a seguito di questa attività che l'ho conosciuto) e quindi, credo di avere tratto profitto da quanto gli Amici mi hanno raccontato sulla loro tecnologia.
Un'importante invenzione nel campo delle TLC è stata certamente ispirata dagli Amici (per ovvi motivi, non posso citare di che cosa si tratti).
Ora che l'ho conosciuto di persona, posso confermare che Bruno è una persona squisita, dalla profonda cultura nei settori dell'etica e delle religioni.
Lui sapeva ben poco di quanto stava accadendo al di fuori della sua nazione, per cui, ha letto con interesse le mie osservazioni; il nostro incontro è stato quindi una sessione di domande e risposte a tre voci, e Stefano ha opportunamente inserito nel testo quanto è emerso in quella occasione. Purtroppo, non capisco l'italiano, quindi, non ho potuto leggere l'ultima versione del testo, ma solo la prima, quella in inglese.
Anche nella mia nazione c'è stata la sensazione che stesse accadendo qualche cosa di grandioso, ma anche noi tedeschi di Amicizia abbiamo fatto in modo che ben poco trapelasse al di fuori della nostra cerchia, a parte qualche articolo scritto in forma dubitativa.
In Germania c'era stato detto che l'Italia sarebbe dovuta divenire la nazione leader in questo settore, proprio grazie al centro studi che Bruno stava costruendo, ma quando le cose sono andate a rotoli, da quelle parti c'è stato un profondo sentimento di scoramento e di disperazione direi. Gli Amici ci hanno detto che si imponeva una pausa di riflessione, ma ci diedero un appuntamento per i primi anni del nuovo secolo.
Sino ad ora, però, non si sono ancora rifatti vivi. Naturalmente, eravamo a conoscenza di cose analoghe in altre nazioni europee, anche se, ben di rado abbiamo avuto contatti con gli stranieri coinvolti nella vicenda. Anche qui, ormai, pochi sono ancora in vita, quindi, condivido la decisione di Bruno di lasciare queste memorie per il futuro, spero per quando i nostri Amici ritorneranno, se vorranno farlo. A differenza di lui, però, preferisco mantenere l'anonimato, quindi ho chiesto a Stefano di non inserire un mio curriculum nel testo, anche s'è abbastanza simile al suo (ho avuto meno esperienze internazionali, ma il settore di lavoro era analogo).
Invito a mia volta il lettore a leggere con interesse quanto segue, anche perché, spero che un giorno certe esperienze potrebbero anche essere sue.

Hans
Chieti, Maggio 2000


Caso AMICIZIA parla un W56:  QUI SU YOUTUBE

Una chiacchierata con Gaspare e Prem: QUI SU YOUTUBE


Cari amici, leggete questo libro con attenzione, perché è l'indizio dell'esistenza di una salvezza, sia da un punto di vista spirituale che umano.
Sono molto religioso, benché non fanatico, ho studiato praticamente tutte le religioni, anche quelle primitive e posso dire che il senso religioso umano è un mezzo di salvezza; sono cattolico, ma apprezzo anche le altre religioni: quando uno prega Dio onnipotente, sta commettendo una buona azione, qualunque sia il nome con cui lo chiama.
Spesso vivo fra i miei cari frati francescani, perché sento che frate Francesco è uno dei migliori esempi di misticismo, di negazione del sé, di profonda saggezza, pur non essendo stato una persona dotta, un esempio di bontà e di amore lo ha mostrato nella sua vita e nel suo corpo fino all'ultimo momento. Questo è il motivo per cui io amo frate Francesco, i francescani, ma amo anche tutti i frati, i quali, nel loro silenzio, fanno molto più bene di quanto altri fanno all'aperto.
Per quanto concerne questo libro, leggetelo con attenzione; per un momento dimenticate ciò che avete conosciuto fino ad ora, ciò che dicono gli imbecilli, gli ignoranti ed i mentitori, perché le loro affermazioni sono piuttosto di ostacolo e per favore, concentratevi su ciò che viene raccontato. Questo è quanto speravo di ottenere scrivendo questo libro.

Bruno Sammaciccia
(L'uomo che ha incontrato e vissuto per 22 anni, dal 1956 al 1978 con i W56).

Chieti, Maggio 2000

Fonte Articolo QUI

Elaborazione e Impaginazione a cura di Renato Pernice - 1 Luglio 2023









 









Cosa ha detto Putin nel discorso alla nazione

"L'Ucraina è parte della Storia russa creata da Lenin"

(estratto da "FanPage" del 21 FEBBRAIO 2022 - 20:20)

“L’Ucraina è stata creata da Lenin, è stato il suo architetto. Non è un Paese confinante, è parte della nostra storia e della nostra cultura”: lo ha detto Vladimir Putin nel suo discorso alla nazione.

"L'Ucraina non è un Paese confinante, è parte integrante della nostra storia e cultura". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, nel discorso che ha rivolto questa sera alla nazione, dopo l'annuncio a Francia e Germania di voler riconoscere l'indipendenza delle repubbliche separatiste del Donbass. In questa regione, ha detto Putin, la situazione è diventata "critica e acuta". Una volta terminato il suo discorso il presidente russo ha firmato in diretta tv il documento di riconoscimento dell'indipendenza del Donbass, alla presenza dei due leader delle repubbliche separatiste, Donetsk e Luhansk.

"Oggi mi rivolgo a voi direttamente per non solo valutare cosa sta succedendo, ma anche per informarvi sulle decisioni che si stanno prendendo, su possibili ulteriori passi su questo tema", ha detto. Putin ha anche detto di essere pronto a mostrare al mondo intero cosa significhi liberare completamente il Paese. Per poi rivendicare: "L'Ucraina è stata creata da Lenin, è stato il suo architetto. Lenin aveva un interesse particolare anche per il Donbass". Putin ha sottolineato come l'Ucraina moderna sia stata "interamente creata dalla Russia comunista" e come sia stato un errore del leader bolscevico strappare il territorio dalla Russia.

Il presidente russo quindi ha proseguito: "L'Ucraina non ha mai avuto una tradizione coerente dell'essere una vera nazione: ha sempre seguito modelli provenienti dall'estero che non trovavano riscontro nelle loro radici, nella loro storia. Non hanno fatto altro che assecondare i voleri dell'Occidente". Kiev, secondo Putin, sarebbe governata da oligarchi che non vogliono riconoscere i legami del Paese con la Russia, anzi: cercano di separarla con sentimenti nazionalisti e neonazisti: "Questi oligarchi hanno sfruttato la frustrazione dei cittadini ucraini e hanno messo in atto un colpo di Stato. I fondi ricevuti dall'estero non sono finiti nelle tasche dei cittadini, ma in quelle degli oligarchi. I cittadini hanno sofferto sempre di più".

Putin ha quindi accusato gli oligarchi di "non fare altro che rubare", puntando il dito contro il governo ucraino. Nel Paese, secondo il presidente russo, ci sarebbero "terroristi sostenuti dalla comunità internazionale" e non ci sarebbe invece un sistema giudiziario indipendente e sarebbe direttamente l'ambasciata degli Stati Uniti a controllare alcuni giudici. "C'è una corruzione dilagante in tutti i settori", ha proseguito, affermando che i cittadini non vogliono continuare a vivere in questa "totale perdita di sovranità". L'Ucraina starebbe anche continuamente ricevendo armi dall'Occidente e, forte di questo sostegno, cercherebbe il conflitto con la Russia.

"Se l'Ucraina dovesse entrare in possesso di armi di distruzione di massa, la situazione del mondo cambierebbe in modo drammatico. Tutti quelli che in Occidente vogliono manipolare l'Ucraina potrebbero aiutarla a dotarsi di queste armi", ha proseguito, accusando Washington di minacciare la sicurezza russa. "Le truppe della Nato stanno prendendo parte a queste esercitazioni, almeno 10 sono in corso, ed i contingenti Nato in Ucraina potrebbero crescere rapidamente", ha aggiunto Putin, affermando che al tempo stesso l'Occidente provi a dipingere la Russia come il nemico."Gli americani dicono che non dobbiamo preoccuparci" per una possibile entrata dell'Ucraina nella Nato. E infine: "Gli Stati Uniti non hanno escluso l'allargamento, se rispetterà determinate condizioni. Quindi arriverà il momento dell'adesione e allora la Nato non sarà più un'alleanza difensiva. Siamo noi l'obiettivo dei missili".

a cura di Annalisa Girardi

ESTRATTO DA:

Leggi l'articolo QUI

https://www.fanpage.it/

22 Febbraio 2022